tag:blogger.com,1999:blog-23446433595262846112024-03-05T19:46:07.397-08:00Fedeli a San Siro - derbyblogStorie di calcio, di derby e non soloClaudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.comBlogger39125tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-34426922657264959122012-03-30T02:29:00.001-07:002012-03-30T03:57:22.686-07:00la tuta del Pepe, vermell i negra...<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<object class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="http://0.gvt0.com/vi/5Wkmz_fRa6A/0.jpg" height="266" width="320"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/5Wkmz_fRa6A&fs=1&source=uds" />
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<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">28 marzo 2012, ore 18: il Quim mi aspetta davanti a San Siro nel parcheggio
riservato ai tifosi blaugrana, ci siamo conosciuti un anno fa a Sant Joan de
Vilamajor, ameno villaggio di collina a mezz’ora da Barcellona. Ero lì per
partecipare al Granollers Jazz Festival, e il mio pard catalano Joan Sanmarti,
fine chitarrista e arrangiatore del concerto che abbiamo tenuto insieme, mi
portava ogni mattina nel suo bar, prima di andare alle prove.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Colazione e futbol, le curiosità saporite delle nostre fedi calcistiche, una
consuetudine appena accennata che apriva la giornata col sorriso. Quello di Quim
stringe ad ogni passo, contagioso e rauco. A Milano si è portato suo figlio, suo
fratello e alcuni amici. Scambio di gagliardetti: quello blaugrana è una birra
gelata dal frigo-camper, e una spilla con lo stemma del club catalano. Quello
rossonero è una copia di Fedeli a San Siro con dedica, e due bottiglie di
“tinto”. <em>Amb l’amistad</em>, uniti contro il profeta di Setubal, che a loro
sta sulle balle <em>tam quam</em>. Bene.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Si entra nel tempio, terzo anello riservato alle tifoserie ospiti, con tanto
di rete protettiva per impedire il lancio di oggetti. Pare che sia successo un
paio di volte, qualche anno fa, così l’uefa ha imposto l’ennesimo muro per
limitare i danni del becero che avanza. Poco male, la festa per <em>el
partidon</em> è un’altra storia, cuor contento ciel l’aiuta.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Gli amici catalani non si aspettavano uno stadio così bello; San Siro,
nonostante la somma di anelli e coperture, resta un posto molto buono per vedere
il calcio. Ci fosse anche un terreno all’altezza sarebbe perfetto, ma tant’è.
Quando ero un ragazzo c’era “la porta del freddo”, con l’area che ghiacciava,
adesso ci sono alcune zone di campo dove le zolle crollano, manco fosse la tana
suprema di un esercito di talpe. Mica si può andare avanti così, partite del
genere meritano un bigliardo, ma senza le buche.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span id="more-3245"></span>Il Milan parte bene e potrebbe segnare dopo 2’, se
non fosse che Robinho si divora la palla-gol che qualsiasi giocatore sognerebbe
di avere tra i piedi. Era solo da appoggiare in rete, aveva perfino il tempo per
stoppare e mirare con calma, invece sparacchia una specie di rinvio, manco fosse
Puyol, che ringrazia. Poco dopo Ibra, imbeccato da una preziosità del Clarence
(il migliore in campo per un’ora, prima di alzare bandiera bianca per raggiunti
limiti di fiato), se ne divora un’altra.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Se ai fenomeni regali due bonus del genere non hai molta speranza di uscire
vivo. Il Barça cresce, comincia a dipanare il suo mantra, crea un paio di
palle-gol, vedo la panna che comincia a montare.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ci sarebbe anche un rigore su Sanchez, non limpidissimo ma che si poteva
dare. Il Milan soffre e cerca di ripartire, però gioca in dieci, Robinho
passeggia amabilmente per il campo e non tiene una palla che è una. E’ una
partita di attenzione tattica esasperata, non ultraspettacolare come si
attendeva, ma godibilissima e ben giocata da entrambe le squadre. Il gol che
avrebbe sparigliato e mosso le acque non arriva, il centrocampo del Barça cerca
in tutti i modi di ipnotizzare il Milan, che però riesce a tenere alta la
concentrazione, nonostante le assenze e i cerotti. Mi pare che quest’anno se c’è
una squadra che il Barcellona patisce, questa è il Milan, come già
dimostrato.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nell’intervallo cerco di andare in bagno, ma desisto e resisto. Ci sono tipo
150 persone che fanno la fila, scopro che per tutto quel settore (migliaia di
posti) ci sono la bellezza di quattro toilettes. Complimenti vivissimi al
direttore. In compenso per tutto l’intervallo parte la musica della Champions a
palla, roba da inquinamento acustico punibile con l’arresto, il volume è
insopportabile, il rimbombo nel catino è perfino peggio. Impossibile telefonare,
molto complicato scambiare due parole col vicino. Per un quarto d’ora San Siro
si trasforma in un incubo sonoro, ma l’assuefazione da centro commerciale rende
bevibile anche questa sbobba, ormai si ingurgita tutto, anche la sigla della
Champions in loop per un quarto d’ora.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Prego che entri il Faraone per Robinho e all’inizio della ripresa c’è il
cambio, si gioca undici contro undici, finalmente. Il Milan non cambia partita e
non cede un’oncia di attenzione sulle distanze, il Barca cerca di lanciare le
sue micidiali esche per attirare negli spazi la retroguardia rossonera e
colpire, ma stasera – nonostante nel secondo tempo giochino Mesbah, Bonera,
Mexes e Antonini (non esattamente una retroguardia che resterà nella storia del
calcio) – la fase difensiva è registrata a dovere, e il Barcellona fa più fatica
a farsi vedere dalle parti di Abbiati, comunque decisivo in almeno tre
occasioni. Gran partita di Ambrosini (l’avevo battezzato al tramonto definitivo,
mea culpa) e di Nocerino.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">El Sharawi gioca col piglio del titolare navigato e Allegri – mi dico – deve
averlo notato una volta per tutte. Speremm.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ibra conferma la striscia negativa da big match, evidentemente in queste
partite la tensione lo divora; corre e si impegna, ma quasi sempre fa scelte
sbagliate e ogni tanto gli sale una specie di intermittenza indolente, si fa
pescare in fuorigioco come un esordiente. Và a dà via i ciapp, Ibra, se al Camp
Nou vogliamo giocarcela mi devi scendere in campo tutto intero, mica a pezzi.
Altrimenti mi tocca sperare che al tuo posto ci sia il Maxi, la nostra “galina
de oro”, uno di quei centravanti che con i suoi movimenti dà senso alla manovra
d’attacco. Una cosa che mi rimanda a Crespo, o a Cruz. Tutti argentini, sarà un
caso.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Forse il Milan avrebbe potuto osare di più, ma per farlo contro la squadra
più forte del mondo avrebbe dovuto ricevere coraggio da un attacco meno svagato.
Risultato giusto, qualificazione aperta. Il 25% che davo al Milan prima di
questa partita resta intatto, in tre partite al Barcellona abbiamo segnato
quattro gol. Martedì prossimo, se il Milan riuscirà a ripetere lo stesso match
in fase difensiva, potrebbe bastarne uno.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Andiamo a casa, che la partita è finita ? No. Dopo avere salutato il Quim, un
nome che mi suona vagamente salgariano ma che è una variante di Joaquim, mi
tocca aspettare quasi un’ora prima di uscire dallo stadio, scortato dalla
polizia insieme a qualche migliaio di tifosi del Barcellona. L’unico quarto di
finale ad essere ancora in bilico è questo, e per me – da cuore rossonero, anzi,
vermell i negre – è una bella soddisfazione.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Raggiungo trafelato il parcheggio con la testa nel frigo di casa, fame da
avanzi della cena, da dopopartita. Un signore anziano mi fa toc-toc sul
finestrino: mi scusi, non è che può darmi uno strappo in Piazzale Lotto ?
Prego.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Grazie, che Dio la benedica.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Via, per così poco?</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma si vede che è stanco, gli risparmio un chilometro che vale doppio. Prima
che scenda gli dico “che bella questa tuta del Milan”.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">“Bravo lei che l’ha notata, ma lo sa di chi era questa tuta ? Era di
Schiaffino, del grande Pepe.”</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Buonanotte, vell cor fort vermell i negre. <b><span style="color: red;">C.S.</span></b></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="color: red;"><br /></span></b></span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dal blog "quasirete" della Gazzetta dello Sport - link:</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">http://quasirete.gazzetta.it/2012/03/30/la-tuta-del-pepe-vermell-i-negra/</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-88128554737798621982012-03-29T15:42:00.001-07:002012-03-30T02:39:40.870-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: center;">Saranno passati sei anni (facile, sui libri ci scrivo data e luogo d’acquisto): avevo un appuntamento a Roma ed ero in anticipo, il tempo di entrare in una piccola libreria di Parioli e notare una copertina col guantone da boxe, il destro che si schianta sul muso contratto del pugile. Sono un fan del racconto, combatto una piccola guerra individuale contro la vulgata che – soprattutto in Italia, nazione di poeti assai più che di romanzieri – relega questa nobile forma d’arte letteraria a una specie di jattura perché – si dice - “la gente” vuole leggere romanzi.</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; text-align: center;"> Io non so cosa vuole leggere la gente, quello che invece so bene è che un certo numero di libri che mi porto nel cuore sono riconducibili alla forma del racconto. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"> Come nel caso di <b><a href="http://www.bol.it/remainders/Ho-dato-anima.-Storie-uomini/Giorgio-Terruzzi/ea978882003933/" target="_blank"><em>Ho dato l’anima. Storie di uomini e di sport</em></a> </b>di Giorgio Terruzzi,
che da quel tardo pomeriggio romano ha conquistato il primo ripiano in
basso della libreria che ho accanto al letto, nel posto che chiamo
“l’ormeggio”. Lì ci vanno a finire quei libri che ogni tanto mi fa bene
rileggere, una specie di porto sicuro che torna buono nelle notti
complicate, quando il sonno stenta e la lettura del libro in corso pure.
Nell’”ormeggio” non hanno residenza solo capolavori riconosciuti, la
selezione è un affare di gusto ragionato in immediatezza. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Anzi, a guardar bene, di anima. Nel titolo di questo libro non poteva
starci parola migliore perché il soffio, l’aura, il vento che
attraversano queste pagine sono piccoli alisei sulla mia personalissima
carta nautica. Giorgio Terruzzi pennella diciotto ritratti d’autore in
chiaroscuro, dove i colori sono quelli di chi ha visto bene, nobilitati
da una prosa che scavalca il tempo e restituisce il valore
dell’istantanea.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">
Da Schumacher a Valentino Rossi, passando per Senna e Fangio. E poi Walter Chiari e Beppe Viola, Monzon e Rivera, McEnroe e Bonatti, Paolo Conte e Pantani. Fino a <em>Il vento dentro</em>, dedicato a Massimiliano Capuzzoni,
il giovane amico rugbista scomparso a soli 26 anni. In ciascuno di
questi ritratti c’è l’onestà visionaria per le cose che abbiamo scoperto
di amare, e tante parole che fanno volare. </span><span class="Apple-style-span" style="color: red; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>C.S.</b></span><br />
<br />
dal sito di Panorama - link: http://blog.panorama.it/libri/2012/03/20/ho-dato-lanima-storie-di-uomini-e-di-sport-di-giorgio-terruzzi/Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-30822833912172530312012-03-29T15:31:00.001-07:002012-03-30T02:37:55.770-07:00Inter: se finisce un ciclo con chi si ricomincia...a pedalare ?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando un sogno finisce, in genere il ritorno alla realtà è duro. Ma bisogna pur ammettere che la realtà dell’Inter degli ultimi mesi era da incubo: vissuto ad occhi aperti oppure chiusi, poco cambiava. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span id="more-20357"></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">In totale, però, nella sua parte più bella si è trattato di un misto di sensazioni: sogno-dormiveglia-realtà (concreta) che in tutto sono durate ben sette anni, mica noccioline. E se sette è il numero perfetto nella cabala (e non solo) per identificare l’infinito, qualche ragione per sperare che la ruota ricominci a girare verso l’alto dallo stesso punto basso in cui è piombata c’è, eccome.</span><br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Fine di un ciclo, anche se qui si parla di calcio e non di due ruote, quindi: fine di un calcio, quello dell’Inter iniziato con Mancini e in parabola discendente dall’addio di Mourinho riuscendo comunque a vivacchiare un altro paio d’anni (la battutaccia sul ciclo-calcio è dovuta al perdurante stordimento della sveglia che ci ha dato il Marsiglia nella nostra ultima uscita sulla scena europea, quindi me la si faccia passare).</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Fine di un ciclo e di un calcio, e arrivo al capolinea dove qualcuno
deve fatalmente scendere, e per sempre, dal nostro bel torpedone
nerazzurro. Alcune delle conseguenti citazioni che sto per fare mi
procurano dolori forti al miocardio (e sono sicuro: non solo al mio, di
cardio), ma credo che al via della prossima corsa non possa proprio
esserci più nessun sedile riservato per Cordoba (ahi!),
Stankovich (doppio ahi!), Chivu (fitta meno intensa), Zarate, Forlan,
Palombo (per questi ultimi nemmeno un piccolo vibrare, come poco o
pochissimo me lo hanno procurato vestendo impropriamente la mia maglia).
Se si riesce a piazzare più che bene Sneijder, via anche lui. <br />
Biglietto di viaggio da confermare per Ranocchia (ma perché voglio
dare fiducia ai giovani come vedremo anche più avanti, pur se lui me
l’ha quasi del tutto fatta perdere), Samuel (le sue ultime inutili
scivolate ad impedire gol invece realizzati hanno fatto scricchiolare
l’adorazione che gli riservavo), Maicon (che mi sa adesso non vuole
quasi più nessuno), Nagatomo (ma era proprio necessario scambiarlo con
Santon?).<br />
Dietro si tengono Julio Cesar (che un anno così brutto non potrà comunque ripeterlo, e di meglio in giro molto non c’è) e Lucio
che a 34 suonati non ha mercato e può fare da tutore ai centrali del
futuro: Ranocchia (se finalmente convince) al quale gli si affianca
Caldirola (un campione, predestinato) di ritorno dall’Olanda, che è
nostro e là in prestito. In mezzo, non vedo – checché se ne dica - come
si possa fare a meno del Capitano almeno per un altro anno (qui il
discorso sull’età non fa testo, altrimenti sarebbe già in pensione da un
lustro, invece corre ancora quasi sempre come un treno e ragiona come
se avesse un radar incorporato), così come di Cambiasso, che lo si
voleva assolutamente in panchina e quando è entrato nelle ultime due
partite a 15 dalla fine abbiamo segnato quattro gol, due per volta:
siamo sicuri che sia davvero finito?<br />
Visto che si parla in maniera ormai franca e presidenziale di rifondazione dando spazio ai giovani,
avanti allora con fiducia (e regalando ancora pazienza) a Obi, Poli e
Faraoni, addirittura Alvarez e magari anche Krin se non abbiamo fatto la
stupidata di cederlo del tutto al Bologna.<br />
Dettaglio contrattuale che mi auguro (ma mi sa proprio che non è
così) possa in qualche modo valere anche per Destro, che faceva
sfracelli nella Primavera e promette più che bene anche adesso al Siena.
Chissà perché quando convincono, spesso i giovani li vendiamo e andiamo
a prenderne altri che invece ci lasciano basiti (lo scambio, appunto,
Destro-Ranocchia con il Genoa, val bene l’esempio).<br />
In più, da quando Coutinho ha smesso di respirare
l’aria di Appiano per andare in Spagna all’Espanyiol pare “tornato” ad
essere un altro, cioè un campione, quello che si diceva essere da
bambino (acquistato in tempo di svezzamento e da noi portato via dal
Brasile) prima di arrivare a giocare con i grandi e deluderci in prima
squadra: perché non proviamo a farlo tornare dal prestito e a vedere se
adesso gira giusto finalmente anche da noi, magari portandoci qualche
bombola d’aria da Barcellona?<br />
Davanti fiducia a Pazzini e anche a Milito: pur
sembrando l’argentino la copia talvolta malamente invecchiata di quello
che era un Principe assoluto con Mourinho, quando si sveglia (e negli
ultimi tempi lo ha fatto, senza nemmeno troppo sbadigliare) c’è sempre, e
un po’ di transizione se la può fare con onore, direi.<br />
Ai due, va affiancato almeno un altro, da scegliere bene e contando
sulla sua possibile durata nel tempo, quindi un giovane di sicuro
avvenire. Tutto questo, naturalmente, se cambia anche chi si occupa di
mercato, e questo vuol dire una cosa sola: via Branca e che torni Oriali
immantinente. <br />
Aggiungo anche che almeno per un po’ non toccherei l’allenatore,
e dico addirittura di più: facciamo un bel contratto blindato (e che lo
sia da ambo le parti) a Ranieri, e lasciamolo lavorare (almeno) per tre
anni: non diventerà un longevo da panchina nerazzurra come Ferguson lo è
per il Manchester (anche se son cose che prima o poi si dovrebbero
sperare succedano anche da noi, queste), ma sono convinto che lui non
sia solo un aggiustatore in corsa (come in fondo si dice per
depotenziarlo), ma anche un buon creatore e assemblatore di squadra, se
addirittura riesce ad averla in mano dall’inizio stagione.<br />
Diamogli tempo, invece di ricominciare con l’assurdo
tourbillon della panchina (che non fa altro che creare confusione a
tutti, dai giocatori ai tifosi) e magari ne vien fuori qualcosa di
inaspettato. Si tratterebbe di poter contare su una certezza:
programmazione a media e lunga scadenza, e lasciamo la fretta degli
ultimi anni all’album dei ricordi da cancellare.<br />
Un sogno? Ma no, ho già detto che mi sono svegliato; malamente, ma
l’ho fatto. Sperando che in futuro, fra l’altro, non debba più vivere
momenti di sonno agitato come quelli che ho passato nelle due ultime
stagioni, e parlo di quelle ciclo-calcistiche, naturalmente. Quella che
da subito ci aspetta è una faticaccia tutta in salita
(della classifica) da gran premio della montagna (tanto per tornare alla
bicicletta) che al momento non ci fa nemmeno quasi intravedere il
traguardo della partecipazione all’Uefa League l’anno prossimo.<br />
Già questo basta e avanza per immaginare altri incubi in arrivo, altro che rinascita immediata! </span><span class="Apple-style-span" style="color: blue; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>T.M.</b></span><br />
<div style="border-bottom-width: 0px; border-color: initial; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-style: initial; border-top-width: 0px; font-style: inherit; margin-bottom: 1.5em; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; outline-color: initial; outline-style: initial; outline-width: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; vertical-align: baseline;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dal sito di Panorama - link: http://blog.panorama.it/libri/2012/03/16/inter-se-finisce-un-ciclo-con-chi-si-ricomincia-a-pedalare/</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: blue; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-86939744542281378332012-01-16T14:08:00.000-08:002012-01-16T14:09:36.962-08:00abbracciare Serena<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il titolo potrebbe
evocare pellicole tipo “Fotografando Patrizia”, ma la Serena (una ragazzina che
ai tempi ci faceva andare fuori di matto per via degli shorts attillatissimi
che usava indossare) non c’entra nulla.</span><br />
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una delle passioni che
hanno accompagnato il tempo della mia adolescenza è stata la fotografia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Giravo con una Minolta e
deliravo per il bianco e nero sgranato. Tra il 1974 e il 1980 ho consumato
qualche chilometro di Ilford HP5, la pellicola che si adattava alle mie umili
mire artistiche. Stampavo in casa, con un piccolo ingranditore Durst. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Chiuso nello sgabuzzino,
a temperature tropicali, prima di passare all’asciugatura delle mie opere sui
muri piastrellati del bagno. Mia
madre, la mattina dopo, intonava le stesse solfe: “Claudio, adesso porta via
tutta questa roba da qui … !”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Con l’eco della nonna:
“Eh si Claudio, la tua mama la g’ha resùn !”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">En passant va detto che
la mia nonnina chiamava la fidanzata del Marelli “Sciura Tiziano”, sublimando
il gergo della sua squisita milanesità insieme alla sfera sentimentale del mio
amico interista.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Già all’inizio degli
Ottanta le nuvolette della passione andavano diradando. Per tentare il colpo di
coda avevo affiancato alla Minolta una Canon fiammante, la prima col motore
incorporato, un giocattolo che, ai tempi, sembrava fantascienza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Tenevi schiacciato il
pulsante dello scatto e ta-ta-ta-ta-tac la camera ti sparava quante foto volevi
in una prodigiosa rullata, ideale per la foto sportiva ma da usare con parsimonia,
con un rullino da 36 pose bastavano tre raffiche e avevi esaurito le scorte…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Estate del 1983, 2 Luglio
per la precisione. Quello che di lì a poco sarebbe diventato il patron del
Milan si mette in testa di organizzare un torneo serale con le squadre di
Milano, la Juve e, a turno, un paio di grandi compagini sudamericane: il
Mundialito. Quell’anno giunsero a Milano il Flamengo e il Penarol.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Marelli, che abitava
una ventina di metri sotto il mio appartamento, una sera mi incrocia davanti al
portone: Claudietto (ero già sui 90 chili prima della colazione già evacuato,
sic, ma lui ancora adesso mi chiama vezzeggiando…) ti piacerebbe vedere il
derby del Mundialito a bordo-campo, insieme ai fotografi ufficiali ?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Dico, Marelli, te se
matt, e me lo chiedi ? Cosa vuoi che ti dica, dimmi dove e quando e sono già
lì. Non ricordo la
ragione per cui il mio amico serpente avesse accesso a certe possibilità,
sicuramente qualcosa che c’entrava con la sua professione di giornalista, la
fibrillazione per l’evento superava la curiosità. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Fatto sta che seguo le
sue direttive e mi presento davanti ai cancelli di San Siro con largo anticipo,
e la macchina fotografica a tracolla, lui mi appioppa una pettorina dove c’è
scritto “STAMPA” e mi fa entrare sul manto erboso dove di lì a poco avrebbe
avuto inizio il derby. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Raccomandazione, di rito,
ma ci stava: Claudietto, stai schiscio, la categoria è quella dei fotografi
professionisti, tu stai lì buono, fai le tue foto, goditi la partita, non ti
scoprire troppo, se qualcuno ti chiede di che giornale sei stai sul vago, tipo
“free lance”, mi raccomando non farmi fare brutte figure.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Bene. A 23 anni per la
prima (e unica) volta cammino sul manto erboso del Tempio (Merci, Marelì).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi piazzo dietro la rete
di Zenga, sperando di poterlo apprezzare nel gesto del portiere che,
incolpevole, si china a raccogliere i palloni della sconfitta. Per onor di
cronaca va detto che il Milan era reduce dal Purgatorio, ma già schierava tre
giocatori che avrebbero segnato un’epoca scintillante nella squadra che oggi è
considerata “la più forte di tutti i tempi”:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nuciari – Tassotti –
Evani – Pasinato – Canuti – Baresi II – Icardi – Romano – Serena – Verza –
Incocciati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L’Inter, sulla carta
certamente più forte:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Zenga – Bergomi – Ferri –
Baresi I – Collovati – Bini – Van Der Giip – Sabato – Altobelli – Beccalossi –
Marini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L’anno prima avevamo
ceduto Collovati ai bauscia, e in cambio erano arrivati “Vapore” Pasinato,
Canuti e Serena. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Tempi bui ma pieni di
voglia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Note sparse: Nuciari è da
tempo il preparatore dei portieri dell’Inter. Ho avuto un debole per Vinicio
Verza. Non mi ricordo di Van Der Giip.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Milan è in serata,
scatto pochissime foto e guardo la partita con avidità. Impressiona vedere da
vicino il livello atletico di certi giocatori, un passaggio rasoterra di 20
metri è un tiro in porta. Nei cross l’area è un’accolita di energumeni che se
le suonano di santa ragione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ed è proprio da un cross
che vedo spuntare la zazzera bionda di Aldo Serena, che piazza la zuccata
vincente dell’1 a 0. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Esulto implodendo, ligio
alle raccomandazioni del Marelli. L’Inter preme, cerca di recuperare lo
svantaggio, ma il Milan è in partita.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Secondo tempo, cambio di
campo. Anche per me, che per un paio d’ore vivo alle spalle di Walter Zenga. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Inizia la ripresa e Altobelli
pareggia, ma non mi ricordo come, strano vero ?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non passano cinque minuti
che davanti a me, sul margine destro dell’area nerazzurra vedo ciondolare
Vinicio Verza (non saprei dire, non mi ricordo, ma passatemi la libidine).
Serena è sul versante opposto del campo, finta di andare al centro e si
allarga. Vinicio lo vede e pennella un cross lungo che piove sul suo piede
sinistro. Io sono sulla diagonale, appoggiato ai cartelloni pubblicitari. Mi
dico: adesso stoppa a seguire e mi si presenta davanti a Deltaplano Zenga,
l’Aldone. Mi sbaglio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Nostro si blocca di
colpo e aspetta il cioccolatino, carica il sinistro (che è il suo piede) con
tutta la forza che ha. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">L’impatto è al bacio, il
siluro parte dritto e devastante. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Zenga accenna al volo
quando ormai lo schianto è cosa fatta. Sette pieno, imprendibile. Un golasso,
come oggi direbbe Josè Altafini (lui che nel Milan, e non solo, ne ha fatti
tanti).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma chi c’è ad abbracciare
Serena sul prato del Tempio ? C’è Baresi, c’è Evani, e Verza, Romano … e poi … ?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E poi ci sono io … eh eh
eh … ma dai ? Ma si, sun proppi mì, con la macchina fotografica che mi salta
sul petto, in salopette rossa e “all stars” bianche (sono un ex-cestista). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sento delle urla dietro
di me, non mi volto, mi disperdo nella confusione dello stadio appena esploso,
il cuore batte forte, quasi certamente ho un’espressione che vagola in una
fissità un po’ ebete, la trance è evidente, corro verso il fuoco.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Serena mi abbraccia e mi
guarda stranito, è un attimo, gli grido “grande Aldo, che gol, che gol, che gol
!!!”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono nell’area
dell’Inter, in piedi, da solo, a pochi metri da Zenga. I giocatori del Milan
tornano a centrocampo (la partita la vinceremo noi). In un baleno di coscienza
alzo lo sguardo e corricchio verso il mio posticino, dietro la porta. Mi
vengono incontro due fotografi che mi prendono per le braccia e mi trascinano
via: “Ma sei impazzito
? Ma scusa, tu chi sei ? Ma lo sai che ci puoi rovinare ?” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi piove addosso una
gragnuola di insulti, mi rimettono a sedere. Non li sento, godo troppo (la
doppietta dell’ex …) e mi scosto in fondo alla fila, muto. Penso a Tiziano,
chissà se mi ha visto … Ma sono andato proprio in campo ad abbracciare Serena ?
Si. Mi sa proprio di si.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A fine partita tutti i
fotografi (almeno una decina) mi guardano con ostilità. Uno di loro mi fa,
duro: “non farti più vedere”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Olamadona, penso io,
cos’ho fatto, ho abbracciato un essere umano con la maglia rossonera che mi ha
dato la gioia di segnare un gol da cineteca che ci ha regalato la vittoria
contro i bauscia. Dovrebbero essere tutti contenti, no ?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Incrocio Tiziano, che ha
visto la partita dietro la porta del Milan: Sanfi, ma sei scemo ? E ride con un
matto: “Ma tu sei proprio fuori …”. Io lo guardo: ”ma almeno hai visto che gol,
eh ? L’hai visto ? Due pappine due, caro Marelli, a-ca-sa !”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A casa, appunto. che sarà
stata mezzanotte. Accendo la tele e guardo il servizio su Italia Uno. Scorrono
le azioni, i gol … vuoi vedere che … eh già: al gol di Serena mi vedo caracollare con la mia corsa
piuttosto peculiare, disemm inscì (tipo quella dei cani al trotto, di traverso)
che taglio l’area e piazzo il braccio sul collo dell’Aldone. In coda si vedono
i fotografi che saltano in piedi per cercare di fermarmi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Abbracciare Serena. Però
– solo per una volta – l’Aldo. <b><span class="Apple-style-span" style="color: red;">C.S.<o:p></o:p></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">p.s. - Per la serie “vita
vera” potete visitare il seguente link: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=3rPgpMe983U">http://www.youtube.com/watch?v=3rPgpMe983U</a>
e al minuto 7:45, per un paio di secondi, vedrete un tipo in salopette rossa
che sta seduto alla destra della porta difesa da Zenga. Al gol di Serena (su
cross di Pasinato e non di Verza, ma il bianchetto l’ho buttato via) il tipo in
questione, che poi sarei io, si alza esultando e sta per entrare in area.
Purtroppo la ripresa si interrompe per lasciare spazio ai replay. Però si vede
che Serena, in primo piano mentre esulta, si volta verso la porta e non verso i
meravigliosi compagni di casacca. Sta guardando me, che gli vado incontro di
corsa. Dopo qualche secondo nell’abbraccio ci sono anch’io, anche se non si
vede. Grazie per l’applauso, dovere.<span class="Apple-style-span" style="font-size: 16pt;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-layout-grid-align: none; mso-pagination: none; text-autospace: none;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dal sito di Panorama - link: http://blog.panorama.it/libri/2012/01/13/abbracciare-serena-alle-fine-del-derby/#more-17520</span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-55929276345245707212012-01-16T06:46:00.001-08:002012-01-16T08:47:51.676-08:00Vita da derby, in nero e azzurro<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non
vado nemmeno a cercare sugli annali anche perché non so bene che anno cercare,
e poi i derby amichevoli magari neanche li mettono. So soltanto che ero
piccolo, piccolissimo, e andavo con mio padre a vedere quello che sarebbe stato
il primo incontro stracittadino della mia vita. Era la fine dell’estate - sono
sicuro: faceva caldo anche se era sera fatta - e credo che agli occhi di un
bambino di 4, 5 o 6 anni (stiamo quindi parlando più o meno di mezzo secolo
fa!) niente poteva apparire più bello che lo spalancarsi di quel San Siro
illuminato per la “notturna”: era proprio così che chiamavano la partita i
grandi che mi tenevano per mano</span></span><br />
<span style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">già questo - per me - sapeva di trasgressivo
e di molto adulto.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho
pochissime immagini di quell’evento straordinario, e quasi non voglio nemmeno
cercarne delle altre. Mi ricordo solo che ero in alto alto e in curva (per chi
capisce di San Siro: quella che è adesso la preferita dai tifosi interisti) e
che ero molto nervoso nell’attesa dell’ingresso delle squadre in campo, mi
ricordo i cori e i colori e anche che il Milan vinse 4 a 0, che noi facemmo
solo un tiro in porta e su punizione, che nell’Inter mi pare giocasse (ma non
ne sono sicuro) un cileno che si chiamava Toro e che alla fine arrivammo faticosamente
alla macchina (Fiat 850, color acqua marina, l’auto di famiglia appena
comprata, rate infinite: da qualcuno devo aver pur preso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Come
conseguenza di quella prima uscita ufficiale da tifoso nerazzurro quasi ancora
in fasce il mio papà mi asciugò le copiosissime lacrime e mi consolò dicendo:
“Vedrai che il prossimo andrà meglio, vinceremo noi”. Invece non fu così e non
lo fu proprio mai, in sua compagnia. Per capirci meglio: le stracittadine viste
ancora da quella volta insieme non solo le perdemmo sempre - con 3, 2, 1 gol di
scarto - ma non riuscimmo nemmeno mai a pareggiare, né a segnare un gol,
nemmeno uno che fosse uno! Nonostante questo ruolino di marcia da accoppiata
familiare assolutamente disastroso il genitore non aveva il coraggio di dirmi
che forse era meglio, per scaramanzia, non si vedesse più un Inter-Milan (o
viceversa) insieme, anche perché spiegare ad un bambino che cosa si intenda nel
tirare in ballo la scaramanzia non è per niente facile e nemmeno educativo dal
punto di vista delle certezze e dei fatalismi puri e semplici.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma
a mio padre venne in soccorso la varicella, e anche questo fu episodio epocale.
Era domenica 22 marzo 1964 (avevo quindi poco meno di nove anni), si disputava
il derby di ritorno del campionato di quella stagione, e io mi ritrovai nel
giro di poche ore pieno di pustole dalla testa ai piedi. In verità mi sembrava
strano che il genitore non fosse dispiaciuto per la defezione imminente, ma
pensai che prima o poi nella vita mi doveva succedere di saltare un Inter-Milan
insieme: in fondo ne avevamo davanti - pensavo, ingenuo - molti altri per gli
anni a venire.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quel
giorno, naturalmente, pur se a letto e ridotto ad uno straccio, avevo la
radiolina incollata all’orecchio da molto prima del collegamento previsto;
quando questo arrivò il transistor mi rimandò la notizia che il risultato era
fermo sullo 0 a 0. Meno male, pensai: almeno stavolta non si perde. Invece,
dopo un po’ dall’inizio della ripresa segnò Altafini per il Milan, e a me tornò
il solito-malissimo-di-stomaco-da-sconfitta-di-derby, una roba che ormai avevo
imparato a riconoscere, un dolore sordo che ti prende all’inizio piano poi
diventa sempre più forte e alla fine si trasforma in spossatezza generale con
nessuna annessa voglia di alzarsi dal letto, ad esempio (e soprattutto) per
andare a scuola il giorno dopo. Del resto, con l’aggiunta di tutte le magagne e
le insopportazioni dell’età adulta e dell’epopea nerazzurra nefasta (durata
anni e anni, anche se forse ora definitivamente alle spalle), mi succede(rebbe)
così anche oggi. Comunque, contro tutte le previsioni dovute alle esperienze
fino a quel momento maturate, quella volta la palla non fece in tempo a tornare
a centro campo che la prende Mariolino Corso, scarta almeno sei rossoneri e la
deposita in fondo alla rete dopo aver scavalcato anche il portiere. La partita
poi finisce, così, 1 a 1. Semplicemente, quando mio padre torna a casa mi dice:
“Dopo un sacco di tempo non andiamo insieme al derby da anni e l’Inter riesce a
fare un gol! E’ logico che da adesso ognuno va a San Siro per conto suo”.
Inutile sarebbe confermare che quella sorta di <i>macumba</i> al contrario ha funzionato, perché è stato proprio
andandoci senza di lui che ho cominciato a non veder perdere e basta la mia
squadra: prima pareggi (anche a reti inviolate), poi magari anche qualche
sconfitta ma anche tante, tantissime vittorie, alcune indimenticabili. Unica
eccezione, buonissima per confermare la regola, accadrà l’8 novembre 1970, e mi
è stato facile ritrovare il giorno esatto: la sera prima a Roma Benvenuti prese
una prima tal suonata da Monzon, che il doppio evento negativo mi è rimasto ben
fissato nella memoria. In quella data io e il genitore provammo a vedere se il
sortilegio fosse mai caduto in prescrizione anche perché obbligati di nuovo a
viaggiare in coppia per una stracittadina causa visita di un quasi-parente
venuto da lontano al quale mica potevamo raccontargli della nostra disgrazia
legata ai derby: in fondo eravamo pur sempre milanesi illuminati! Naturalmente
finì come doveva finire, facendoci tornare immantinente alle sane reciproche
distanze per l’occasione, convinti da un secco 3 a 0 per il Milan, anche con
onta della rete finale segnata dall’odiato Rivera (prima Biasiolo e Villa), e
noi costretti a giocare con improponibili scarponi del calibro (ahinoi!) di
Cella e Fabbian: ricordo bene solo loro, gli altri li ho per fortuna rimossi.
Unica consolazione, ma non ne sono sicuro: Lido Vieri che si infortuna quasi
subito e conseguente debutto in porta di un giovanissimo Ivano Bordon che
sembra palesarsi da subito portiere di ottima fattura, anche se motivi per
ricredersi negli anni ce ne saranno a iosa. Per amore di storia nerazzurra va
detto che la mia squadra dopo quella disfatta cambiò marcia, allenatore (arrivò
un quasi sconosciuto Invernizzi, subito ribattezzato Robiola: ah, la creatività
lombarda!), un onest’uomo di allenatore casareccio capace di ridisegnare in un
niente la squadra, compilare una tabella-scudetto che farà epoca e proprio nel
derby di ritorno (non mancherò certo l’appuntamento andandoci, <i>of course</i>, da solo) in solo mezz’ora ci
penseranno Corso e Mazzola a stroncare velleità stracittadine e possibile
tricolore di rincorsa (arrancavano dietro, ma neanche di tanto) degli
insopportabilissimi cugini.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Riprendendo
solo con i bei ricordi, nei derby degli anni a venire potrebbe anche valere per
tutti un 5 a 1, con tre gol nei primi dieci minuti (ad essere precisi: nel
periodo compreso fra il 5° e il 9° pt), e mi ricordo che in porta c’era
Pizzaballa in sostituzione di Albertosi infortunato e che prima della partita
aveva detto essere pur vero che da tanto tempo non giocava, ma avrebbe fatto di
tutto per non far rimpiangere il portiere titolare. Gli arrivarono in sequenza,
nel sacco, sberle da Oriali, Boninsegna due volte (la prima con deviazione di
Sabadini), poi accorciò Chiarugi, alla fine del primo tempo allungò Mazzola e
nella ripresa - giocata da noi come in allenamento, e impreziosita da tanti
“olè” che facevano sembrare San Siro un catino da corrida - arrotondò Mariani.
Dico tutto così, quasi a braccio, e non sono mica cazzate da ricordare (ho solo
controllato la sequenza delle reti): son passati quasi quarant’anni, visto che
era il marzo del ’74! Ufficialmente giocavamo in trasferta, e non dimenticherò
mai la faccia del Flavio Belotti (milanista purosangue e campione niguardese
assoluto di rutto libero) con me allo stadio, che dopo solo una manciata di
minuti dal fischio d’inizio era rimasto senza parole e tale rimasto
ostinatamente fino alla fine nonostante gli dessi continuamente di gomito; come
unica consolazione, sulla via del ritorno, si prenderà la soddisfazione di
vedere triturata dall’elica del suo vespone il mio bandierone nerazzurro
nell’atto del mio sventolio reiterato, mentre attraversavamo il cavalcavia
Bacula verso il ponte della Ghisolfa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Delle
tante altre stracittadine ricordo anche una volta - per la penuria di <i>dané</i> - l’ingresso a cancelli aperti,
verso la fine della gara (in genere, a quello che adesso chiamano Meazza ma che
per noi resta sempre e solo San Siro, il “tutti dentro”, ieri come oggi,
avviene circa al 30° st), giusto in tempo per vedere uno storico gol di
polpaccio di Bigon su respinta sfortunata di Burgnich che fissava il risultato
sul 3 a 2 per il Milan (stiamo parlando del novembre ’71).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Arrivando
a questo – calcisticamente parlando - splendido nuovo millennio ho avuto la
ventura, fra le tante altre cose belle che mi ha riservato - come l’amore
assoluto (a assolutamente ricambiato) per Cambiasso, la forte impressione
(quasi certezza, invero) di essere almeno lontano parente di Xavier-mio-capitano,
e la marcata sensazione che se avessi continuato a calcare i campi di gioco
oltre i sedici anni senz’altro qualcosa più di Quaresma sarei riuscito a
combinare - di regalarmi alcuni momenti epocali per la mia personale storia
nerazzurra, e parlando sempre di derby mi piace citare quello legato ad un
grande e unico allenatore come Mourinho, capacissimo creatore di una squadra di
miei eroi pressoché perfetta, in grado (fra le altre cose) di infliggere ai
facenti parte dell’altra sponda calcistica meneghina (tutti: squadra e tifosi)
una doppietta esaltante nelle due gare della Madonnina disputatesi nell’anno di
grazia calcistica 2009-10: addirittura un 4 a 0 “in trasferta” all’andata - una
squadra sola in campo, e smetto qui per non infierire e dilungarmi inutilmente,
che le parole non servono - e un 2 a 0 al ritorno dove, se anche le squadre in
campo erano due, bisogna sottolineare che la mia amata compagine si presentava
a ranghi ridotti già prima di incominciare la gara per poi rimanere quasi
subito in dieci e, verso la fine, addirittura in nove. Anche con due espulsi e
un rigore contro - parato! - abbiamo dato lezione di gioco e di compattezza
tale da regalarmi sensazioni di assoluta goduria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">A
far mente locale e a far scorrere la memoria, ho pensato che di derby ne ho
vissuti in tutte le salse e in tutte le competizioni, da quel primo quasi in
fasce: di campionato ma anche di Champions (e provo ancora i brividi al
pensiero del ritorno della prima delle due sfide: un’emozione e sofferenza
unica per le mie coronarie da allora mai più salde uguali, e il pianto finale
di Cordoba era del tutto simile al mio), di Coppa Italia, in amichevole e
financo in un Mundialito addirittura dall’interno campo, dietro la porta di
Nuciari e aguzzando la vista giusto per vedere - ahimé - Serena con indosso la
maglia sbagliata far partire al volo un siluro di destro buono per fissare un 2
a 1 per loro, risultato peraltro meritato. Per dire: alla fine dell’ultimo derby
di cui sopra, ho chiesto a mia moglie di darmi un pizzicotto, ricavandone solo
poi la fantastica certezza che non stavo vivendo soltanto un bel sogno. Invece
ero sveglio, sveglissimo, e lo sono probabilmente fin dalla sera di
quell’improbabile e traumatizzante 0 a 4 in compagnia di mio padre, sempre che
non sia stato giocato - chissà - solo nella mia immaginazione di precocissimo
bambino bardato di nerazzurro. Davvero, non avrei potuto esserlo di nessun
altro colore, m</span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">ai. </span><span style="color: blue; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>T.M.</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br />
<span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dal sito di Panorama - link: <a href="http://blog.panorama.it/libri/2012/01/12/vita-da-derby-in-nero-e-azzurro/#more-17479">http://blog.panorama.it/libri/2012/01/12/vita-da-derby-in-nero-e-azzurro/#more-17479</a></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-83150243845750919452011-12-21T15:47:00.000-08:002011-12-21T15:47:39.521-08:00quelli come Beppe Viola<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/7n8XtYclFHs?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Per un Milan - Inter degli anni Settanta finito 0 a 0 senza un tiro in porta Beppe Viola, che doveva realizzare il servizio per la Domenica Sportiva, decise di mandare in onda le immagini di un derby del 1963 per rispetto dei settantamila di San Siro, incolpevoli vittime di quello che aveva definito un "derbycidio". Dei tanti episodi che narrano il suo "modo di stare in campo" questo mi sembra il più emblematico. Inventore di battute fulminanti ("il pugile torna all'angolo: come sto andando ? Se lo ammazzi fai pari" oppure "sopporterei 37 e 2 di febbre tutta la vita pur di avere la seconda palla di servizio di Mc Enroe"), gestore dell'Ufficio Facce, luogo incaricato a riconoscere il tifo dalla fisionomica (Lei è del Milan, vero ?), giornalista, sceneggiatore, scrittore di canzoni. Un eclettico naturale col bonus di una capacità di osservazione fuori dal comune e una leggerezza capace di trasmettere conoscenza e calore umano senza prendersi sul serio. Frequentatore assiduo di San Siro anche nel senso dell'ippodromo, dove poteva incontrare facce che scrivevano da sole. Un purosangue poteva presentarlo così: "quando il nome di un cavallo esce dall'ippodromo e diventa popolare vuol dire che il cavallo è proprio un grosso tipo". Insomma, un fuoriclasse. In una televisione popolata da giornalisti sportivi che riescono a chiamare "scarpini" le scarpe da pallone è bene ricordare la sua lezione. Che non ha tempo. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dal sito di Panorama - link: http://blog.panorama.it/libri/2011/11/29/quelli-come-beppe-viola/</span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-32369575536408780302011-12-21T15:42:00.000-08:002011-12-21T15:43:43.109-08:00lo stadio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/gCSAiLdCL5Q?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Prato di insalata (russa), linee di caviale iraniano, a bordo-campo le magnum da 100 litri di uno champagne così buono che sembra un rosè, le porte d'oro (firmate da Manzù o da Michelangelo), l'arbitro vestito come Hitler così mantiene l'ordine in campo, il portiere bendato che para una damigiana... il paradosso verticale di una comicità stratosferica e lieve in uno sketch del 1974 che non ha tempo.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Allo stadio ci vado ogni tanto, da anni non ho più l'abbonamento al mio Milan, e non ho la "tessera del tifoso" perchè la mia religione lo vieta.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando ho portato per la prima volta i miei figli a San Siro ho dovuto consegnare in banca i loro documenti d'identità (avevano 8 e 6 anni), e ho firmato la "dichiarazione antimafia".</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non è un altro estratto dallo sketch di Cochi e Renato, è la verità. Il paradosso è un'arma intelligente per trascendere la realtà, ma può capitare che la realtà si vendichi fottendosene dell'intelligenza. Quella volta i bambini restarono quasi imprigionati nei "tornelli innovativi", che pesano come un tir norvegese carico di incudini, i poliziotti che ti accolgono dopo l'ingresso sono lì a spingere le pressofusioni in soccorso a donne, bambini, persone anziane. Provo a immaginare questo sketch con gli ingredienti di oggi, con quella libertà espressiva che nel vocabolario non annoverava parole come share, audience e rating. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E rido, che fa bene al sistema nervoso, e piace molto alle donne. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Dal sito di Panorama - link: http://blog.panorama.it/libri/2011/11/15/lo-stadio/</span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-70644497005682629142011-12-21T15:25:00.000-08:002011-12-21T15:30:56.978-08:00Riletture: Gigi Garanzini - Nereo Rocco. La leggenda del Paròn continua.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/vtbJy-QAO60?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">1. Tuto quel che se movi su l'erba, daghe. Se xe la bala, pasiensa.</span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #050b19;">2. </span><span class="Apple-style-span" style="color: #050b19;">Vinca il migliore, Signor Rocco. "Ciò, speremo de no".</span></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">3. Primi anni sessanta, trasferta del Milan in Francia, un giornalista si rivolge al Paròn: "Monsieur Rocco, mon ami...". Risposta: "Mona a mi? Mona a ti e anca testa de gran casso".</span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">4. Viene nominato Cavaliere della repubblica: "Ma no i ga altri mone de darghe premi, 'sti Italiani?"</span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lo zibaldone orale di Nereo Rocco, il Paròn, è un'apoteosi della battuta schietta. </span></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: #050b19;">Un grande personaggio e un grande uomo di calcio la cui memoria merita un libro bello come quello che gli ha dedicato Gigi Garanzini, La leggenda del Paròn. </span><span class="Apple-style-span" style="color: #050b19;">La prima edizione risale alla fine degli anni novanta, edita da Baldini & Castoldi. Due anni fa ne è uscita una aggiornata e arricchita di nuovi interventi che porta un titolo leggermente diverso: Nereo Rocco - la leggenda del paròn continua (Mondadori - Strade Blu).</span></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Garanzini racconta Rocco con amore e stile, fiutando tra le radici della passione che ha rappresentato un porto franco per milioni di Italiani negli anni del post-dopoguerra e del boom economico. Dalle sue pagine la figura del Paròn si materializza in un corpo che trasmette i valori che già allora facevano a pugni con le nuove sirene della modernità: amicizia, convivialità, rispetto, sportività, umorismo, umiltà. Quelle cose che sono (dovrebbero) stare sempre al centro (o a centrocampo...) e che Nereo Rocco ha testimoniato senza un'oncia di retorica in una vita spesa a far correre il pallone sul prato. Garanzini ama la visione della vita che il Paròn incarna, e la racconta a più voci, senza sperperare nulla di quel tesoro che il grande triestino ha costruito nel tempo. Ogni episodio è il pretesto ideale per restituire al lettore l'origine di quella passione capace di sentire sport, saggezza e tradizione come un'unica bandiera, come un bel modo di stare al mondo. Da tenere sempre in parte al comodino. </span><span class="Apple-style-span" style="color: red; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>C.S.</b></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: red; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br /></b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">dal sito di Panorama - link: http://blog.panorama.it/libri/2011/12/16/riletture%C2%A0gigi-garanzini-nereo-rocco-la-leggenda-del-paron-continua/</span></div>
<div>
<div style="font-family: Helvetica;">
<span class="Apple-style-span" style="color: #050b19; font-size: medium;"><br /></span></div>
</div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-17501190771580777582011-12-14T03:34:00.000-08:002011-12-14T03:38:29.497-08:00Quando il fuori-orario diventa un insulto. Alla maglia.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZMS5LXEvklvOb9KBN117KUA43KcUgf2n6y5NHFqWqp8IMZV_iBm2Wy7iY0ipQHlTD1xuJD8njixXTdbjqFyq3k5Ew0V-ZTUuDDTIOp1mKfy8kAEbDGus7SDiVM2XuCikUIghblZw-vfUq/s1600/javier-zanetti-inter-large.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZMS5LXEvklvOb9KBN117KUA43KcUgf2n6y5NHFqWqp8IMZV_iBm2Wy7iY0ipQHlTD1xuJD8njixXTdbjqFyq3k5Ew0V-ZTUuDDTIOp1mKfy8kAEbDGus7SDiVM2XuCikUIghblZw-vfUq/s320/javier-zanetti-inter-large.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 18px;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 18px;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 18px;">Sono
d’accordo con Ranieri, quindi preferisco tralasciare ogni considerazione sul
fatto che forse l’Inter – una volta di più – abbia finalmente “svoltato”. Ogni
svolta, purtroppo, mi sembra ancora lontana dal venire, ed è quasi meglio
ragionare sul fatto che i bei tempi andati, con una squadra messa così, non
tornano più tanto presto. Facciamocene una ragione e guardiamo avanti, ma
proprio per questo, per il bisogno di guardare avanti con costrutto, voglio
riavvolgere il nastro delle imprese nerazzurre di qualche giorno fa, che può
essere utile per tutti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Infatti,
dopo le partite con Udinese e CSKA non sapevo se essere infuriato, se mollare
il colpo o vedere la cosa con ragionamento. La prima sensazione con l’andare
delle ore mi è passata, la seconda non sia ma che un nerazzurro lo faccia, e
allora mi rimane la terza. Quindi, vediamo di ragionare e mettere dei punti
fermi, e uno di questi si riferisce a dopo la sconfitta con i friulani.
Riportano le cronache che, a seguire quella prova inguardabile, due dei
protagonisti più perversi di quella che non si dovrebbe nemmeno definire
partita, Zarate e Alavarez, sono stati beccati in discoteca a ballare fino alle
cinque del mattino. Sarà che a me dopo una partita persa nella vita, di
qualsiasi partita si tratti, l’ultima cosa che mi viene da fare è andare a
ballare, ma la cosa mi è sembrata surreale. Al massimo cado in momentanea
depressione, voglio restare solo, e a farmi compagnia accetto solo un mio amico
che si chiama Johnny Walker, che mi sorbisco in quantità assolutamente moderata
e lui mi sopporta in paziente attesa di essere trangugiato; poi, via a letto, e
(questo sì) domani è un altro giorno e si ricomincia. E, tanto per entrare
ancor più nel merito: che cazzo ci sarà mai da festeggiare fin quasi al
sopraggiungere dell’alba dopo una pena di un’ora e mezza più recupero di uno
spettacolo simile? Del resto, i due ragasssi in questione non sono gli unici
esempi del genere che abbiamo e abbiamo avuto in squadra. Non tendo mai a dare
per scontate le voci che arrivano da più parti sui calciatori e la loro vita
gaudente, ma siccome ormai alcuni spifferi sono cresciuti fino a diventare
intense folate di bora, qualcuno mi sa spiegare come mai, da qualche tempo,
quando si mormora di Maicon e Sneijder non lo si fa per narrare le loro gesta
all’interno dei rettangoli di gioco, ma piuttosto quelle che riguardano
l’elevato tasso alcoolico (quindi, non più tanto quello tecnico) che son bravi
ad assorbire? Molte “vedette” non solo nerazzurre, infatti, pare ne abbiano
potuto prendere atto con i loro occhi, in diversi trani di lusso del centro
città e della periferia. Forse che questo spiega la “tenuta” fisica circoscritta
ormai alla prima mezz’ora di gioco per entrambi, prima di sparire nel nulla del
vacuo nerazzurro generale? Problemi fisici solo muscolari, i loro? Mah… Ho
detto mezz’ora ma forse ho esagerato, visto che ormai le loro ultime
apparizioni quasi non me le ricordo. Soprattutto quelle del Wes, al quale del
resto ho già faticosamente perdonato (e l’ho fatto solo per amor di bandiera e
patria calcistica) l’orrendo film del suo matrimonio nel senese solo pochi mesi
fa e che le cronache impietose non ci hanno risparmiato, un vero e proprio
trionfo di kitsch pacchiano con tanto di traino di cavalli bianchi e sposini
assisi in carrozza, della serie: non facciamoci mancare niente, noi che adesso
possiamo e mai avremmo potuto immaginare solo qualche anno fa.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho
anche pensato che dev’essere l’aria di Appiano, forse troppo “pulita” in
generale, e allora a qualcuno dei nostri campioni forse vien voglia di
sporcarsela un po’ qua e là, come del resto appunto dimostra la storia
nerazzurra passata e recente, zeppa di altre vittime illustri. Mi vengono in
mente al volo - ed evito di scavare nella memoria alla ricerca di altri, sennò
il mal di stomaco aumenta - Ronaldo, Vieri e Adriano, e i balli sfrenati e
l’alcool a fiumi non erano nemmeno le uniche distrazioni, ché al peggio scontato
non c’è mai fine soprattutto se a darne mostra son bambocci viziati ai quali
non pare vero di poter combinare qualcosa che si avvicina all’armamentario
squallido dell’arricchito medio e senza cervello.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 115%;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma
io mi domando: è tanto difficile passare qualche anno nella veste dell’atleta e
basta, per poi scatenarsi e fare quello che si vuole appena appese le scarpe
bullonate al chiodo? Vale la pena perdere milioni di euro (che le stupidaggini
reiterate alla fin fine pesano sul rinnovo d’ingaggio) e vagonate d’ammirazione
incondizionata da parte di schiere di tifosi adoranti per rovinarsi la vita, la
reputazione e la forma fisica invece di aspettare a farlo quando poi non si
deve rendere conto a nessuno, soprattutto ai compagni di squadra seri? Già, i
compagni di squadra seri, tutta un’altra categoria. Mi viene in mente una
serata di qualche anno fa, alla Comuna Baires di Milano. Ospite d’onore era
Javier Zanetti, chiamato a rispondere alle domande del (folto, foltissimo)
pubblico. Finito il bellissimo “balletto” (un tango immaginario e struggente,
giusto ritmo per l’onore da rendere all’illustre ospite) di botte e risposte,
si va tutti a cena insieme. Ricordo che il nostro capitano ha pasteggiato a
pizza, insalata verde e acqua minerale naturale, poi alle dieci e un quarto ha
guardato l’orologio, si è alzato e ha salutato perché il giorno dopo aveva
l’allenamento: si è scusato, ma - testuale – doveva andarsene perché non poteva
fare “più tardi di così”. I capelli erano sistemati come sempre li abbiamo
visti sistemati sulla crapa solida di Zanetti, in nessun lembo scoperto del di
lui corpo si intravedevano tracce bluastre di orrendi tatuaggi, il sorriso e la
cortesia verso tutti gli astanti erano ben stampati su viso e sguardo luminosi.
Quando è uscito il nostro Javier ha lasciato dietro di sé la sensazione che
fosse passato qualcuno di etereo e nello stesso tempo di molto fisico, la
stessa immagine che resterà nella memoria di tutti noi anche quando avrà smesso
di giocare sfilandosi la fascia da capitano, un simbolo vivo e concreto che
nessuno vorrebbe mai abbandonasse. Nella memoria di noi interisti tutti
intendo, gli stessi ai quali un giorno qualcuno potrebbe chiedere chi mai erano
Zarate e Alavarez, e magari non sapremo nemmeno bene cosa rispondere. O forse sì,
e potrebbe suonare più o meno così: due giocatori discutibili mai del tutto
realizzati, però nottambuli abituali che si sono persi nella nebbia in un
periodo particolarmente buio per l’Inter. Poi, diranno le cronache del futuro,
per fortuna è arrivata – davvero! - la “svolta”, e tutto ha ricominciato a
girare per il verso giusto... <span class="Apple-style-span" style="color: blue;"><b>T.M.</b></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span><br />
<span style="line-height: 115%;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: blue;"><b><br /></b></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;">pubblicato il 14/</span></span><span style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 18px;">12/2011 nel sito di Panorama - link:</span><br />
<a href="http://blog.panorama.it/libri/2011/12/14/quando-il-fuori-orario-diventa-un-insulto-alla-maglia/"><span class="Apple-style-span" style="color: black;">http://blog.panorama.it/libri/2011/12/14/quando-il-fuori-orario-diventa-un-insulto-alla-maglia/</span></a><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: blue; font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 18px;"><b><br /></b></span></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-6054984990547972822011-12-05T05:19:00.001-08:002011-12-05T05:33:04.511-08:00Un caffè con Odoacre<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDs_jvYOxqL8lqXfXJyVUBM_ZVbdPp9oPJMaTT13nEnJhQkE0s2yQqi01fuxbqYS6wIpiqAI5pW9aXw0KDjzahB1efbs6PT0JLjGSfA5zE3hjuB6ajW96VRzgbYcV_gkFba2yphiuW47B/s1600/inter-1979-large.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDs_jvYOxqL8lqXfXJyVUBM_ZVbdPp9oPJMaTT13nEnJhQkE0s2yQqi01fuxbqYS6wIpiqAI5pW9aXw0KDjzahB1efbs6PT0JLjGSfA5zE3hjuB6ajW96VRzgbYcV_gkFba2yphiuW47B/s320/inter-1979-large.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Da
qualche tempo, la mattina, mi capita di prendere il caffè al bar seduto ad un
tavolino di distanza da Odoacre Chierico, ex giocatore della mia Inter e poi
della Roma ormai di un bel po’ di anni fa. E quello è uno di quei momenti in
cui, in maniera assolutamente inconsapevole, ridivento immediatamente bambino. Come
quando facevo, appunto fin da piccolo, se mi capitava per strada di incontrare
un calciatore e rimanevo a bocca aperta per tanto fortuna, mi guardava intorno
per vedere se c’era qualcuno che mi conosceva e avesse poi potuto testimoniare
- se ce ne fosse stato bisogno - che l’incontro era avvenuto davvero. E per un
po’, solo per un po’, sembrava che la mia vita andasse viaggiando incrociata
con qualche mito di quelli, magari solo il tempo necessario per qualche passo o
per uno sguardo che sarebbe rimasto impresso solo a me.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Cose
del genere – l’ho scritto anche nel libro – mi sono capitate quando
all’oratorio di Niguarda venivano a tirare calci al pallone il lunedì (il loro
giorno libero) Sandro Salvadore o Aquilino Bonfanti, cooptati da Don Gabriele
perché facessero sentire a noi ragazzi quanto quello spazio, in quei tempi
ormai andati, fosse ancora più insostituibile. Ma anche poi diventato io più
grande la stessa sindrome da bambino basito dalla visione dei miti in maglietta
e calzoncini (anche se per strada il vestiario loro era naturalmente “borghese”)
è continuata. Mi ricordo una volta di essere rimasto con la brioche a mezza
bocca vedendo entrare nel bar dove allora facevo colazione (era il mitico Matricola
di viale Romagna, a Milano) Cesare Maldini con suo figlio Paolo, da poco
diventato titolare fisso in prima squadra (più o meno venticinque anni fa, e
comunque ero già ben grandicello), ancor più sorpreso del fatto che facessero
colazione nello stesso modo mio (cappuccino e, appunto, brioche) tanto che per
pochi attimi mi sono sentito atleta possibile, dimenticando che in quel periodo
ero invece parecchio scosso dai danni provocati dalle almeno quaranta sigarette
al dì che (allora) fumavo. O, qualche volta, il momento felice del dopopartita,
fuori dai cancelli di San Siro quando si aspettava che i calciatori risalissero
sul pullman e si chiedeva l’autografo indistinto: bastava che qualcuno-qualsiasi
di loro lo facesse, che comunque andava benissimo. Il particolare più vivo che
conservo di quei momenti era lo scoprire la tonalità dei capelli di quelli che
si spingevano fino a noi per mettere uno scarabocchio su un foglietto di
risulta: il castano non si coglieva nella tv in bianco e nero (e nemmeno il
biondo accesissimo, se è per quello, e Haller con tanto di lentiggini fu una
scoperta assoluta) e si aveva la sensazione di essere parte di una cerchia che
aveva la fortuna ravvicinata e quasi esclusiva di aver scoperto il mondo del
calcio a colori molto prima dell’avvento televisivo a tutte tinte. Per dire, la
capigliatura marroncina tendente al chiaro di Sandro Mazzola fu una rivelazione
sorprendente proprio di una di quelle domeniche pomeriggio, che riporto
vivissima negli occhi ancora adesso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Altre
apparizioni sparse e indimenticabili negli anni furono quelle di Giacinto Facchetti
(un passo imperiale, il suo) in via Durini a Milano poco tempo prima che si
sapesse che era irrimediabilmente malato (a me sembrò, quel dì, invece l’uomo
più sano della Terra). Ancora, Pietro Paolo Virdis, e per una ragione tutta particolare:
anni fa eravamo seduti in due tavoli diversi nello stesso ristorante a Milano e
solo poco settimane fa mi sembra di averlo incrociato sul metrò a Roma, ma
forse era un sosia e in ogni caso quel “lui” – chiunque dei due fosse - era
consapevole del mio sguardo fiso allucinato, visto che mi rispondeva a sua
volta fissandomi, ma come se fossi scemo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La
stessa sorta di sindrome di Stendhal mi ha colpito, anche se sono un po’
riuscito a contenerla non dandola molto a vedere, per tutto il tempo che ho
fatto il giornalista sportivo e mi sembrava di vivere in un luna park gratuito
(i bambini adorano i luna park). Sono riuscito quindi a passare quasi una
giornata intera con Maradona senza dar fuori di cotenna, ma comunque pizzicandomi
ogni tanto per convincermi che non stavo sognando. Un’altra volta l’emozione
era così tanta che ho bruciato con la brace della mia sigaretta - in sala
stampa del Meazza (si poteva ancora fumare pure lì, e anche questo particolare
testimonia del tempo assai passato) - un giubbotto a Beppe Bergomi facendo
finta di niente, ché ripagarlo mi sarebbe costato almeno tre mesi di quella
collaborazione (il quotidiano era <i>Reporter</i>)
e spero che se mai leggerà ora di questo mio <i>outing</i> tenga conto che l’ormai eventuale reato (comunque colposo)
dev’essere ormai caduto in prescrizione. Ricordo indelebile è anche quello mentalmente
incamerato in occasione del giorno dell’inizio del ritiro estivo del Milan -
c’è sempre quella squadraccia sul mio cammino, in un modo o nell’altro:
dev’essere un karma da reincarnazione che devo scontare - nel luglio del 1985, ultimo anno di Giussy
Farina alla presidenza; entrai nell’ascensore in via Turati e subito dietro di
me arrivarono Paolo Rossi e proprio Paolo Maldini (una sorta di passaggio delle
consegne, fra di loro) che si conobbero praticamente lì, e credo si siano
stretti la mano – la sensazione era quella - per la prima volta; nel breve
tragitto rimasi schiacciato sul fondo del mezzo in salita per la consapevolezza
della testimonianza epocale, anche se vissuta in solitudine. L’ultimo che qui cito
è il momento delle confessioni tristi raccolte in un’intervista a Evaristo Beccalossi
(per me, un mito irraggiungibile, e anche questo l’ho scritto più e più volte)
quando se ne stava andando definitivamente dall’Inter: sforzavo di mantenermi
professionale ma per quello che si andava perdendo in genio e gioia di veder
giocare al pallone mi veniva da piangere, per lui, per me e per gli interisti
tutti. Gli esempi potrebbero continuare a lungo, ma non farebbero altro che
testimoniare della mia quasi ridicola condizione di infante mentale, ma sono
sicuro che in molti mi capiscono, anche se poi forse farebbero fatica a
confessare di soffrire dello stesso (assolutamente benigno, però) morbo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Quando
ho preso l’ultima volta il caffè vicino a Odoacre, solo qualche giorno fa, con
me c’era mia moglie. Le ho detto, a bassa voce: “Lo vedi quello? E’ Odoacre
Chierico! Ha giocato tre anni nell’Inter ed è stato anche titolare alla Roma
nell’anno dello scudetto di Liedholm. Ti rendi conto?”. Lei ha guardato me, ha
guardato lui, poi si è girata di nuovo e mi ha detto: “Va bene. E allora?”. Ho
messo quasi il broncio, e mi sono zittito. Ai bambini, quando gli si rompe il
giocattolo, la giornata poi finisce per girare tutta storta. <span class="Apple-style-span" style="color: blue;"><b>T.M.</b></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">pubblicato il 30/11/2011 nel sito di Panorama - link:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">http://blog.panorama.it/libri/2011/11/30/un-caffe-con-odoacre/#more-15869 </span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-89459100351499370472011-12-04T16:30:00.001-08:002011-12-04T17:11:10.355-08:00Genoa - Milan 0 - 2<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La macaia affloscia le velleità del Grifone, che non entra mai in partita fatta eccezione per uno scorcio di ripresa, quando il Milan dà l'impressione di tocchettare per conservare il vantaggio. A chiudere il conto ci pensa il centravanti Nocerino, imbeccato da un prodigio tecnico-agonistico del Boa. Il centravanti Nocerino avrebbe potuto segnare già nel primo tempo su due lanci quasi identici di Ibrahimovic. Il Milan di quest'anno presenta (ormai è chiaro) un attacco in cui i centrocampisti vanno al tiro come gli attaccanti, che si alternano in posizione arretrata a suggerire. Un bel rompicapo per le difese avversarie, costrette a spostare i propri centrali in zone del campo pericolose. Con Pato lo schema risulta più difficile, la sua propensione a costruire gioco è quasi nulla, come la sagacia tattica. Per il Papero questo Milan sembrerebbe l'occasione migliore per fare quel salto di qualità che ci fa penare, io me lo auguro perchè un attaccante con quella velocità e quel fiuto del gol non esiste sul pianeta. Intanto Ibra pubblica un bestseller e inaugura una distilleria di calcio esoterico. Tevez - come dice il mio amis Gino Cervi - è una testina, ma in questo Milan può dare il colpo di grazia al campionato. Non è mica per fare l'originale, giurin giuretta, ma prima di lui vorrei rivedere in rossonero Merkel, col suo ingresso il Genoa ha improvvisamente trovato il senso della partita: l'anno scorso le poche volte che l'ho visto giocare nel Milan mi trasmetteva la medesima sensazione di confidenza nei propri mezzi, che sono cospicui e vanno molto d'accordo con i suoi diciannove anni. Siccome mi sembra di vedere i vagiti del grande giocatore, vorrei non rivederlo in rossonero tra quattro anni fiaccato dal girovagare. A Natale facciamo un regalo a Michel Le Roi e al suo fair-play finanziario, che è cosa buona e giusta, mi sa che ne guadagna il futuro della squadra. Cose dite, su Merkel mi sono sbilanciato ? Alegher, <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/C5B55D7zi1s?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-72787832818004968752011-11-28T02:47:00.001-08:002011-11-28T03:07:28.301-08:00Milan - Chievo 4 - 0<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ogni volta che vedo il Chievo scendere in campo mi sembra un miracolo. Fatta eccezione per la stagione 2007/2008 sono dieci anni che gioca in serie A. Chapeau. Ieri sera, al contrario di altri match sofferti (l'ultimo l'anno scorso con rete decisiva di Seedorf nel recupero), il Milan ha chiuso la pratica in mezz'ora. Ibrahimovic da antologia, ma non solo. Grande velocità, massimo due tocchi, inserimenti continui dal centrocampo. Dall'inizio della stagione il Milan sembra in crescita costante, e questo è il dato più incoraggiante. Qualche detrattore dirà che il Chievo non è il Barcellona (Monsieur de Lapalisse), ma i blaugrana - dopo le sollecitazioni indotte dal Milan - hanno buscato dal Getafe... </span><div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' vero che Van Bommel sembrava ringiovanito di quindici anni, ma questo è stato l'effetto della mobilità di tutta la squadra. Molto bello vedere Thiago Silva segnare un magnifico gol con la fascia di capitano. Unica nota stonata la prestazione di Pato che nella partita ideale è riuscito a trasmettere la solita svagatezza. Forse sta già costruendo il suo futuro da "marito del presidente"... certo che giocando in questo modo faccio fatica a pensarlo centravanti inamovibile di un grande club, mi sa che - se non cambia passo - diventerà il panchinaro più lussuoso della storia del calcio...</span><div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">I gol di Ibrahimovic in Italia sono 101, quasi tutti bellissimi.</span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il più bello però l'ha segnato nell'Ajax quando era poco più che un giovanotto. Buona visione. E alegher. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/Vz5VL3mcso4?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span></div>
</div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-18676901027366685592011-11-23T18:06:00.001-08:002011-11-23T18:45:49.827-08:00Milan - Barcellona 2 - 3<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Una sconfitta vincente ? Si, in qualche modo di questo si tratta, l'ossimoro dice il vero. Giocarsela col Barca, questo era il punto. Stasera il Milan ha deciso di scendere in campo con l'orgoglio della grande squadra, uscendo a testa alta. Il Barcellona vince con merito ma un pareggio ci poteva stare. La notizia è che il Milan ha affrontato il match a viso aperto, cercando di mettere in difficoltà l'avversario sul piano del gioco, e in diverse fasi della partita c'è riuscito. E questa non è roba che si vede spesso contro il Barcellona di questi anni.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ha segnato due gol bellissimi, il primo grazie a un trio di performers ispirati, lancio-contagiri di Aquilani, stop e assist da storia del calcio di Seedorf e chiusura di Ibra, e il secondo per un dialogo del Boa con la Dea Eupalla (Brera!): aggancio imponente, dribbling di tacco a seguire e missile sul primo palo, un gol magnifico.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Col Barcellona è proibito allentare la tensione, e così il 3 a 2 è arrivato per una classica azione d'attacco della scuola blaugrana (en passant, che schifo di maglia aveva stasera ?), corridoio al millimetro di Messi per l'inserimento e la stoccata di Xavi. Tempo e tecnica per palati sopraffini. Chapeau. Va bene così, è giusto così. Partita bella, a tratti bellissima.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Barcellona crea più palle-gol ma segna il 2 a 1 su un rigore generoso (anche se poi l'arbitro grazia inspiegabilmente Aquilani). Il Milan ha l'occasione più nitida, con Robinho che riesce a sbagliare da un metro, a porta vuota. La partita l'ha fatta il Barcellona, ma non è stata la solita partita tra prestigiatori e spettatori di mestiere. Allegri la rischia e alla fine ha ragione, anche se un centrocampo con due "trottapiano" come Van Bommel e Aquilani non riesce a contenere la velocità e l'intelligenza dei soliti noti. Nocerino avrebbe dovuto entrare molto prima, tanto per capirci. Quando poi vedi entrare Sanchez e Pedro capisci che "la panchina lunga" è un eufemismo, queste sono le squadre e il Barcellona è più forte del Milan.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Io alzo il bicchiere mezzo pieno, che quel mezzo è di buonissima fattura. Prosit, e alegher. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-4320347434429300932011-11-22T05:38:00.001-08:002011-11-22T06:08:54.016-08:00la porti un bacione a Firenze<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il mio Milan si è adeguato alla famosa canzone della capitale toscana: bello, melodioso, fiorito. Ma non è riuscito a vincere dopo una partita dominata in lungo e in largo in cui la Fiorentina, peraltro priva di Jovetic, sembrava la vittima sacrificale pronta a esibire conforto per l'onorevole sconfitta. E' vero che un gol regolare l'aveva segnato e almeno un rigore ci stava tutto, ma è sciocco aggrapparsi all'errore dell'arbitro, una grande squadra - soprattutto quando domina un match - deve volare alto. Gli affari da moviola li lasciamo ai cugini, che di queste cose sono esperti appassionati. Il dato preoccupante è nelle conclusioni degli attaccanti: zero di Ibra e zero di Robinho. E' vero che il Milan di Allegri predilige gli inserimenti dalle retrovie ma a tutto c'è un limite, soprattutto se il pallone gravita quasi sempre vicino all'area avversaria. Per fortuna ci ha pensato Pato a puntare la porta, in un quarto d'ora ha preso un palo e si è fatto trovare altre due volte in zona-gol. Speriamo che gli infortuni non lo blocchino ancora, con Ibra in veste di rifinitore il Milan ha bisogno di qualcuno che cerchi il tiro senza pensarci due volte. Ho notato l'assenza di inserimenti di Thiago Silva, che avrebbe potuto creare sconquassi nella retrovia viola. Evidentemente le consegne sono rigide: il fuoriclasse brasiliano deve presidiare la sua area, ma quando c'è solo Gilardino oltre la metà campo due difensori possono bastare. Insomma, un buonissimo Milan fino all'area avversaria, da lì in poi molte giocate leziose e poca concretezza. A un certo punto ho chiamato l'ingresso di Pippo, vista la totale vocazione difensiva dei viola negli ultimi minuti avremmo potuto permettercelo. Un'ultima nota: se è vero che a gennaio il Milan cercherà un sostituto di Cassano, che certamente ritornerà ma che potrebbe avere quasi terminato la stagione, forse vale la pena di fare un pensierino a Kakà, prima che il Riccardino nostro vada in pensione anzitempo senza vedere il campo. A parte il fascino di un ritorno del genere, mi pare che nel Milan di Allegri un giocatore come lui, se è in condizioni fisiche adeguate, sia perfetto. Un centrocampo con Seedorf davanti alla difesa, Nocerino e Boateng al suo fianco e Kakà davanti a Ibra e Pato mi farebbe sognare. Kakà legge l'inserimento dalle retrovie come nessuno, e con Ibra il dialogo potrebbe fare la differenza vera contro qualunque squadra. Sempre che il nostro nei quasi tre anni di Madrid non abbia disimparato tutto quello che a Milano ha fatto a livelli stellari. Davanti il Milan è fortissimo ma ha almeno tre incognite: gli infortuni di Pato, i guai di Cassano e l'età di Inzaghi. Se il Milan può riportarlo a casa, lo faccia subito. Alegher, <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S</b>.</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><br /></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<object width="320" height="266" class="BLOGGER-youtube-video" classid="clsid:D27CDB6E-AE6D-11cf-96B8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=6,0,40,0" data-thumbnail-src="http://2.gvt0.com/vi/aY-kallI_nI/0.jpg"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/aY-kallI_nI&fs=1&source=uds" />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><br /></span></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-27197201178496326142011-11-01T01:44:00.000-07:002011-11-01T01:46:22.240-07:00Piero Milesi<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 14px;">Ieri se ne è andato Piero Milesi. Musicista di grande raffinatezza e uomo naturalmente votato all'incontro nel segno dell'eleganza e dell'understatement. Ha messo la sua duttilità al servizio di un talento musicale non comune, scrivendo cose bellissime e diversissime tra loro: ha fatto suonare le piazze e i porti, ha arrangiato la musica di Fabriz</span><span class="Apple-style-span" style="line-height: 14px;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;">io De Andrè (Le Nuvole, Anime Salve) e pubblicato alcuni album (http://cuneiformrecords.com/bandshtml/milesi.html) dove ha testimoniato la sua personalissima ricerca dello spazio sonoro. Ho avuto l'onore di collaborare con lui nel mio primo album, Stile Libero, e nell'ultimo, Fotosensibile. Molto tempo passato a parlare del nostro Milan (una bottiglia di Liedholm a casa sua non mancava mai). A qualsiasi ora, da animali notturni. Ci mancherà molto. Che la terra ti sia lieve, Piero. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 14px;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="line-height: 14px;"><span class="text_exposed_show" style="display: inline;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span></span></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-79880952959418348232011-10-30T07:06:00.000-07:002011-10-30T07:06:06.798-07:00Il Milan è più forte della Roma<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Milan è più forte della Roma, anzi "del progetto di gioco della Roma", perchè di questo si tratta dopo avere visto la partita dell'Olimpico. A Luis Enrique mancano almeno tre giocatori di caratura superiore e un po' di tempo. Se in questa squadra giocassero ancora Vucinic, Menez e Aquilani si potrebbe fare più in fretta, con la rosa che ha può al massimo scrivere il progetto per bene, senza però avere l'assillo di arrivare in zona Champions. Il Milan ha fatto quello che doveva fare, ha sofferto solo per un quarto d'ora all'inizio della ripresa e quando la spinta della Roma ha cominciato a calare ha colpito ancora, col tempismo delle grandi squadre. Solo che una grande squadra non avrebbe fallito clamorosamente almeno tre occasioni per archiviare il match, riuscendo poi a tenere i suoi tifosi con il fiato sospeso fino al 90'. Di certo 11 gol nelle ultime tre partite sono un bel viatico, un po' meno le 6 reti subite. Rispetto alla squadra dello scorso il Milan è più prolifico e più perforato, forse i molti inserimenti dalle retrovie alla lunga producono entrambi gli effetti. Sono un amante del calcio poco speculativo e quindi preferisco un 3 a 2 a un 1 a 0, però è vero che quasi sempre le grandi competizioni le vincono le squadre che subiscono meno. Comunque, grande prova di Aquilani e un superCassano nei venti minuti finali. Nel prossimo turno la Juve va a Napoli, che giocherà una finale. Alegher, almeno sulla carta... <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-70728449541549097772011-10-27T12:20:00.000-07:002011-10-27T12:23:59.300-07:00Inter di nuovo all’ennesima ultima chiamata? Se è così, io ci credo!<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 21px;">I ragazzi nerazzurri
faticano e stentano, inutile negarlo. Forse è davvero finito un ciclo, forse
no, ma è indubbio che la situazione complessiva sia allarmante, anche se per
alcuni versi si può meglio definirla come kafkiana. Infatti, se da inizio
stagione, oltre all’arrancare generale si aggiungono gli evidenti errori
arbitrali, quello che ne esce – e parlo soprattutto dall’arrivo di Ranieri in
poi - è la posizione attuale di classifica. Semplicemente orribile, e che ci
vede del tutto impreparati e – posizionati là sotto – in assoluta apnea. E non
si tratta certo che siam qui a piangerci addosso: per fare solo due esempi, il
rigore ed espulsione su Obi (ma mi sembra di averlo già detto) contro il Napoli
farebbero gridare allo scandalo chiunque dotato di buon senso unito ad un
pizzico di imparzialità super partes; quello dato all’Atalanta in chiusura di
partita è stato una vergogna senza appello, e dobbiamo ringraziare Castellazzi
(e Denis, che ha fatto un tiro centrale da bambino spompato) se oggi possiamo
evitare di parlare ancora una volta di crisi irreversibile. La vedo male, poi,
anche perché ci sono singoli che alternano prestazioni ottime a cadute evidenti
di tenuta fisica e psicologica (penso a Chivu e a Lucio, soprattutto), alcuni
sono del tutto fuori fase in ogni senso (Milito su tutti), altri vivacchiano
senza lampi (spiace qui citare, oltre a Nagatomo e da ultimo arrivato Maicon,
anche Zanetti, stranamente troppo a lungo spaesato, ormai, e ce ne dovremmo
forse cominciare a fare una ragione che avvicini in maniera sobria all’ineluttabile
distacco). Bella solo la sorpresa di Zarate, che comunque continua a sbagliare
troppo (almeno una volte su tre quando tocca palla) ma che è evidente quanto
consideri l’occasione di giocare nell’Inter come quella che può valere tutta
una vita professionale, e ce la sta indubbiamente mettendo tutta, complici senz’altro
anche gli incredibili bonus sugli assist andati a buon fine: solo con quelli ha
già guadagnato quanto un impiegato di medio livello in un anno di onesto
lavoro.</span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="line-height: 115%;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La partita in
cartello contro la Juve di sabato prossimo ha, ancora una volta, il sapore
dell’ultima chiamata utile. Io sono dell’idea che, al di là di una auspicabile
e (davvero lo penso) più che possibile vittoria, se ne esce un pareggio ci può anche
stare, ma se si capitola (con o senza errori dell’uomo in giacchetta di turno) dobbiamo cominciare a preoccuparci
seriamente, e a guardare al mercato di gennaio come ultimo appiglio possibile
per non veder naufragare del tutto la stagione. Qualche amico di fede mi
diceva, senza troppo scherzare, che il guaio non è stato tanto il nostro
pareggio a Bergamo, ma la vittoria del Bologna a Verona. All’inizio non ho
capito il senso, poi mi sono accorto dello sguardo rivolto al baratro dietro di
noi: mi viene da sorridere (ancora è così) perché non credo sia un problema da
ritenersi reale, ma vero è che più ci stacchiamo da quella melma e meglio sarà
per le nostro coronarie. Il fatto che ci venga più da pensare a questo
piuttosto che – ad esempio - al Milan che infila quaterne di squadra a raffica
e triplette ad opera di singoli anche impensabili (intendo Nocerino: ma perché
a uno così, preziosissimo, noi non abbiamo mai pensato?) è comunque indicativo.
Triste invece, pensare che là in alto, oltre ai bianconeri che forse subito
possiamo contribuire a ridimensionare (ripeto che ci credo), ci siano squadre
come l’Udinese, il Napoli, la Lazio (la Lazio!), oltre che l’Atalanta se non
fosse partita penalizzata (e meno male: adesso ci è quasi alla pari, ma solo
quasi…). L’allarme non è ancora rosso
(nemmeno rossonero: abbiamo spazio per accorciare su di loro e poi abbiamo da
giocarci un derby, e quelle sono partite che da sole possono cambiare un
destino) ma tendente all’arancione. Siccome io preferisco di gran lungo il nero
unito all’azzurro (almeno quando si tratta di calcio), spero che presto il
cielo del nostro futuro, sia in campionato che in coppa , riprenda a
illuminarsi con queste tinte. Questione di abitudine, fra l’altro, oltre che di
censo. <b><span class="Apple-style-span" style="color: blue;">T.M.</span></b></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-85315027878271752132011-10-26T15:09:00.000-07:002011-10-26T15:21:57.260-07:00Nocerino Nocerino Nocerino<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Lo vocazione a mandare in gol i centrocampisti (Boateng, Nocerino, Aquilani) mi sembra il dato più incoraggiante di questo Milan. Stasera Nocerino, in crescita esponenziale, ha sbloccato un match che rischiava di riservare brutte sorprese e pochi minuti dopo lo ha addirittura chiuso con un gol strepitoso. Il Milan, al solito, ha iniziato lasciando nello spogliatoio gli ingredienti più saporiti del suo repertorio e Allegri dopo il match era giustamente arrabbiato: il vizio sembra ripetersi fin dalla finale di Supercoppa contro l'Inter, quando la squadra ha cominciato a giocare dopo avere subito gol. Una volta aperta la partita, nel bene o nel male, la squadra ritrova d'incanto i tempi, le distanze, la mobilità, e l'orchestra comincia finalmente a suonare come sa. La natura del problema è solo psicologica e questo innervosisce non poco il tecnico, che sa di essere alle prese con un affare che difficilmente si può risolvere sul piano tecnico/agonistico. Il "misterosenzafinebello" - Gioann Brera dixit - è tale proprio perchè attraversato dalle lune e dalle muse e noi calciofili persi lo amiamo per questa ineffabilità. A Roma ci toccherà una squadra ferita che avrà un solo risultato per non perdere contatto con la vetta, che sia la volta buona per entrare in campo fin dal fischio d'inizio ? Alegher. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/-9lih68It3M?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-86238942115228445252011-10-24T09:22:00.000-07:002011-10-24T14:38:45.480-07:00Un boa constrictor si aggira nel Salento<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Due partite in una. Nel primo tempo sembrava di vedere Juventus - Milan, con la differenza che il Lecce ha prodotto molte più occasioni e un paio di gol ci stavano tutti. Una di quelle partite in cui lo squadrone blasonato entra in campo con eccessiva confidenza nei propri mezzi, senza considerare che da tempo non esiste squadra che non sia in grado di produrre corsa e livello tecnico dignitoso. Allegri decide di schierare contemporaneamente Van Bommel e Ambrosini, e paga dazio in eccesso. Aspetto sempre di ricredermi su quest'ultimo, che continua a sembrare un calciatore in seria difficoltà agonistica ma oggi - ahimè - ne ho avuta ulteriore conferma. Se a centrocampo manca Seedorf, Allegri è costretto a schierare Aquilani, una squadra con un attacco così tecnico ha bisogno di un centrocampo che flirta col pallone. L'anagramma del verbo è filtra, e questo ha preferito il tecnico rossonero, senza troppo pensare alla velocità del Lecce. Poi, per fortuna, ci ha pensato il Boa. Tre gol in un quarto d'ora (i primi due bellissimi) che hanno aperto la strada a una di quelle vittorie che possono dare il cambio di passo ad un'intera stagione, un po' come segno del destino e un po' come confidenza psicologica nei propri mezzi. Per recuperare un match del genere ci vogliono entrambe le cose. Il vero Milan non è il disastro dei primi 45' nè la festa pirotecnica della ripresa ma da quanto si è visto finora il problema è "solo" cancellare le intermittenze di questo inizio di stagione. Basterà per il campionato, forse. Per la Champions League invece servirà una soglia di concentrazione molto, molto più elevata. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">p.s. - che la terra ti sia lieve, Sic...</span></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/vvitOe7Qn9A?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-33083041518933141692011-10-19T16:28:00.000-07:002011-10-19T16:29:53.372-07:00Milan Bate Borisov 2 a 0<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Succede di frequente nel futbol: una squadra sbaglia un gol fatto e nel rovesciamento di fronte lo subisce. Il Milan stava giocando tra gli applausi quando Van Bommel si è incinghialito regalando al Bate una palla-gol gigantesca (l'unica in 90'). Abbiati ha sfidato l'avversario fino all'ultimo istante consentito dai riflessi e ha fatto quello che solo ai portieri - talvolta - è concesso di fare: il miracolo. Qualche secondo dopo ha sbloccato il risultato con un gran gol di Ibra che ha scaraventato in rete al volo dopo un'azione-lampo. Sarà che mangiarsi un gol clamoroso provoca uno stallo inconscio che spesso le grandi squadre sanno cogliere, di fatto l'espressione "gol sbagliato, gol subito" ha un riscontro obbiettivo nelle cose. Dal vantaggio in poi (strameritato) il Milan ha fatto il gattone che gioca col topo finchè Boateng non ha trovato uno stop al bacio seguito da fucilata, chiudendo la partita. Il Milan sembra - toccando molto ferro - avere ritrovato il groove, soprattutto nel tempo degli inserimenti. Bravo Taiwo, che in una squadra portata a comandare il gioco potrà fare cose buonissime. Un po' meno quando ci sarà da difendere, ma con Thiago Silva, Nesta e Mexes uno così forse ce lo possiamo permettere, il Milan ha bisogno di avere spinta e inserimenti anche a sinistra. Le migliori partite di questo inizio di stagione Ibra le ha giocate in coppa, vuoi vedere che si è messo in testa di sfatare il luogo comune che lo assilla in campo internazionale ? Alegher, </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span><br />
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/4MYbsoMX5eo?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b><br /></b></span></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-18516081967044265442011-10-15T16:37:00.000-07:002011-10-15T16:44:57.639-07:00Binho, l'arte del movimento<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non avrei scommesso un cent sul Milan di stasera, speravo e confidavo in una vittoria certo che sarebbe arrivata al prezzo pieno di stenti e patimenti.</span><br />
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Invece è arrivata una prestazione impeccabile che non ha lasciato scampo al Palermo, che pure è squadra temibile e veloce, con tutte le caratteristiche ideali per farci soffrire.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Non c'è mai stata partita, non ricordo un solo tiro nella specchio della porta di Abbiati. </span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il Milan avrebbe potuto vincere di goleada, se solo Ibrahimovic e Cassano fossero stati meno leziosi nelle conclusioni.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ibra ha giocato un match da imperatore dell'assist, leggendo al meglio i movimenti della difesa rosanero, provocando sconquassi con alcune giocate di chirurgia raffinatissima.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ma il vero asso nella manica è stato Robinho: dopo un quarto d'ora si era già capito che con lui la squadra ha un passo diverso. Corre molto e bene. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' un artista del movimento, capace di attaccare gli spazi, con e senza palla. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">E' ovunque, segna, sbaglia, si fa sempre trovare nel vivo del gioco. </span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Difficilissimo da marcare, è il vero hatù del fronte d'attacco, quello che spariglia. </span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il suo movimento è la sostanza tattica del gioco d'attacco del Milan di Allegri, che è fondato sulla sorpresa e sugli inserimenti.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Con il suo ritorno e quello di Boateng, e l'inserimento di Aquilani e Nocerino in pianta più stabile (bravi entrambi, stasera), il Milan forse può ritrovare il filo del discorso. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Un discorso che mi piaceva, molto vicino alla squadra vista stasera. Se riusciremo a giocare su certi ritmi facendo correre il pallone non ci sono molte squadre più forti. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">In Italia, nessuna, anche se la JuvePirlo quest'anno non ha voglia di scherzare. All'estero, due o tre al massimo, ma ce la possiamo giocare. Insomma, alegher... <b><span class="Apple-style-span" style="color: red;">C.S.</span></b></span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><br /></span></b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/CFmQDP7s3eI?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span class="Apple-style-span" style="color: red;"><br /></span></b></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-79972304085173874222011-10-05T06:35:00.000-07:002011-10-05T06:35:19.892-07:00Ibra non ha più voglia...<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">...a dire il vero mercoledì sera in coppa mi sembrava che la voglia non gli mancasse affatto. Domenica con la Juve tutto il contrario, ma quando la squadra non gioca è difficile giudicare i singoli, soprattutto un attaccante.</span><br />
<div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Un'uscita da poco, la sua. D'altronde Ibrahimovic è questo: lascerà il ricordo di giocate fantastiche ma anche molto poco, quasi nulla del resto. </span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">I soldi non c'entrano, c'è gente che guadagna un milione di euro al mese e si suicida.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Il punto è un altro. Lui, come tutti gli sportivi di alto livello, in cambio di lauti stipendi, fama, e tutto il resto ha il dovere, finchè gioca questa partita, di essere all'altezza.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Sto leggendo un bellissimo libro che vi consiglio, Open di Andre Agassi (Einaudi), che pubblica le sue memorie di tennis e di vita a carriera conclusa.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">C'è tutta la sofferenza per uno sport che fin da bambino ha sempre odiato con tutte le sue forze, nonostante sia stato tra i primi del ranking mondiale per almeno dieci anni.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Però lo racconta a bocce ferme, dopo avere onorato la sua carriera fino agli ultimi incontri, quando veniva messo in condizioni di stare in campo per un solo match con terrificanti iniezioni di cortisone che, a effetto concluso, gli impedivano quasi di camminare per giorni.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ibra è all'apice della carriera, è uno dei calciatori (e degli sportivi in generale) più pagati al mondo, se il gioco non gli gusta più si ritiri e faccia quello che ha voglia di fare.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Nessuno di noi ha voglia di vederlo soffrire così...</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Le bugie a volte sono necessarie, e questo è il caso: meglio stare in silenzio e giocare, almeno per il rispetto di chi, facendo un lavoro che gli fa schifo, stenta ad arrivare alla fine del mese.</span></div>
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Ugh, ho detto. <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span></div>
Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-54328813297207970712011-10-02T14:57:00.000-07:002011-10-02T15:00:34.106-07:00Tu regali alla Juve il più forte centrocampista del mondo...<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Tu regali alla Juve il più forte centrocampista del mondo e l'allenatore della Juve fa correre la squadra molto e bene intorno al più forte centrocampista del mondo. L'idea-Juve è tutta lì. Pirlo, negli ultimi tre anni di Milan, ha fatto il centromediano metodista, la mezzala e il mediano. Ma se lo sollevi da certe incombenze e gli fai girare intorno una squadra dinamica che si fida di lui, non ce n'è per nessuno. </span><br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La Juve ha stritolato il Milan sulla corsa, il pressing, la concentrazione. Ma tutti i tempi del gioco sono merito suo, che è stato largamente il migliore in campo. Il Milan, se non ritrova corsa e ritmo (sembrava così dopo la partita di mercoledì sera) rischia di vedere crescere le distanze in classifica fino a dimensioni incolmabili. Un solo tiro in porta in 90' sono il solletico di cui la Juve di stasera quasi non si è accorta. In più Allegri ci ha messo del suo, togliendo Cassano che fin lì, per i pochi palloni giocati, aveva fatto bene e stava dimostrando di essere in partita. Emanuelson poteva dare velocità, ma il piede mi sembra molto approssimativo. Molto triste l'ingresso di Ambrosini che, come nei venti minuti giocati a Barcellona, mi ha dato l'impressione di essere alla frutta. La Juve non ha le coppe e se riesce a tenere alto il tono agonistico mi pare bell'e che pronta per volare. Il Milan ha la media di un punto a partita, ha i punti di Novara e Siena, ha fatto 5 gol e ne ha subiti 8, e ha perso in modo netto i due scontri diretti. Se all'Atalanta sommiamo i punti di penalità, la classifica dice che siamo tredicesimi. Direi che è ora di puntare la sveglia. Alegher, <span class="Apple-style-span" style="color: red;"><b>C.S.</b></span></span></div>
Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-62328586024782527062011-10-02T08:48:00.000-07:002011-10-02T08:50:20.413-07:00Vedi il Napoli e poi t’incazzi<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 18px;">Su
facebook un amico, fra l’altro milanista, mi ha suggerito che dopo aver visto
la partita di sabato sera a San Siro la sensazione sia stata quella che
qualcuno abbia già deciso - per una serie di ragioni – che il Napoli debba
vincere lo scudetto. Una tesi dietrologica e anche avanzologica, ma io son
convinto che se anche vengono iniettate potenti cazzate arbitrali a favore dei
muscoli (niente male, nel complesso) dei partenopei, alla fin fine non
succederà. A parte questo, io ai ragazzi nerazzurri non ho nulla da
rimproverare nell’occasione, se non l’ingenuità di Nagatomo sul secondo gol:
bastava che al suo posto ci fossero stati Lucio o Samuel e il pallone sarebbe
finito in tribuna in un amen, come si deve in quei casi. Poi, ripeto,
nient’altro da dire e imputare: fino all’espulsione vergognosa di Obi (che, fra
l’altro, fino a quel momento si era comportato finalmente bene quasi a tutto
tondo) arrivata dopo un’ammonizione che neanche su un campo a 5 sarebbe mai
stata appioppata, la partita era stata bella, aperta e sarebbe potuta finire in
ogni modo, anche con il primo tempo concluso da noi in vantaggio se il
guardalinee ci avesse visto appena un cicinino meno bene e non si fosse accorto
dei tre centimetri che mettevano fuorigioco Pazzini (invece, onestamente e con
bravura se n’è accorto, pensa te!). Dopo la nequizia commessa dalla giacchetta
gialla rispetto all’ammonizione da oratorio, al rigore inesistente e al rosso conseguente
tutto è saltato, un po’ anche i nervi, e ci sta ( e se ci sta anche che
s’incazza Ranieri, vuol dire che è stata davvero una vergogna). Ma non mi
demoralizzerei: la strada è giusta, la voglia di combattere anche, gli infortunati
stanno tornando sani, tutti sembrano finalmente credere di nuovo alle loro
possibilità. Ci sarà tempo per rifarsi e riparare: in fondo, l’ambaradan è
appena all’inizio. Anche ai torti si potrà rimediare, pur se bruciano: qualche
volta succede che capitino, e caratteristica primaria dei grandi è quella di
riuscire a vincere anche l’imbecillità armata di fischietto. Un po’ incazzato
in verità lo sono, sì, ma sono anche convinto che passa presto, e il 3 a 0 lo
ricacciamo in gola alla prima occasione utile. Che poi magari sarà il San
Paolo, al girone di ritorno: non so com’è, ma son mi sento che rendiamo la
pariglia nel giro di un girone, fra l’altro da una posizione di classifica che
sarà (e ci mancherebbe altro!) per noi nettamente
migliore, per loro invece il contrario. Se mi sarò sbagliato, mi raccomando, non
mancate di ricordarmelo. Fin d’ora prometto che farò ammenda. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif; line-height: 18px;"><span class="Apple-style-span" style="color: blue;"><b>T.M.</b></span></span>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2344643359526284611.post-71836391627856848912011-09-29T08:55:00.000-07:002011-10-15T17:34:17.047-07:00Ibra is back<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">La sua simpatia è inversamente proporzionale alla sua bravura. E’ vero, il Viktoria Plzen non è il Barcellona e nemmeno <st1:personname productid="la Juve" w:st="on">la Juve</st1:personname>, ma la terra di Pavel Nedved esprime buon calcio e buoni calciatori per tradizione e ieri sera Zlatan ha dimostrato una volta di più le sue immense doti di fuoriclasse. E’ davvero il calciatore più atipico che mi sia mai capitato di vedere, capace di certe giocate solitamente destinate ad atleti più piccoli di <st1:metricconverter productid="20 cm" w:st="on">20 cm</st1:metricconverter> e col piede più corto di 7 numeri. Il suo limite è caratteriale: la tenuta nervosa non è stagna, ogni tanto perde la trebisonda e troppo spesso nei grandi match l’eccesso di tensione gli gioca contro. Dopodichè, nell’annata “fallimentare” di Barcellona ha messo 21 gol, che per essere la sua stagione peggiore non è poi così male… Ha vinto sette campionati consecutivi, dal <st1:metricconverter productid="2004 a" w:st="on">2004 a</st1:metricconverter> oggi, due con <st1:personname productid="la Juve" w:st="on">la Juve</st1:personname>, tre con l’Inter, uno col Barcellona e uno col Milan. E con ogni maglia ha lasciato per strada alcuni gesti atletici e tecnici che puoi infilare comodamente in qualsiasi antologia. Ma ieri sera, al di là di Ibrahimovic, il Milan è finalmente tornato a giocare in velocità, facendo leva sulle doti tecniche di alcuni suoi giocatori. Un grande Seedorf (clonarlo, dice Allegri, e come dargli torto), il solito Thiago Silva (qui la classe invece è inversamente proporzionale al suo basso profilo), un ottimo Cassano, che pare proprio avere ritrovato la condizione fisica per giocare <st1:metricconverter productid="90’" w:st="on">90’</st1:metricconverter> senza andare in sofferenza. Insomma, se dimentichiamo i soliti dieci minuti in cui misteriosamente la squadra arretra, implodendo nella propria area senza ragione, ho visto un Milan tonico e tosto. Con il rientro di Robinho e Boateng la palla viaggerà più veloce tra centrocampo e attacco, e anche la difesa ne beneficerà. Intanto due vittorie senza prendere gol sono un buon segnale, forse la rotta iniziale è invertita. E si va a Torino con il morale alto... </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;">Alegher, </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span class="Apple-style-span" style="color: red;">C.S.</span></b></span><br />
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<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Helvetica Neue', Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>Claudio Sanfilippo (rossonero) e Tiziano Marelli (nerazzurro)http://www.blogger.com/profile/06180301655173828768noreply@blogger.com0