martedì 22 novembre 2011

la porti un bacione a Firenze

Il mio Milan si è adeguato alla famosa canzone della capitale toscana: bello, melodioso, fiorito. Ma non è riuscito a vincere dopo una partita dominata in lungo e in largo in cui la Fiorentina, peraltro priva di Jovetic, sembrava la vittima sacrificale pronta a esibire conforto per l'onorevole sconfitta. E' vero che un gol regolare l'aveva segnato e almeno un rigore ci stava tutto, ma è sciocco aggrapparsi all'errore dell'arbitro, una grande squadra - soprattutto quando domina un match - deve volare alto. Gli affari da moviola li lasciamo ai cugini, che di queste cose sono esperti appassionati. Il dato preoccupante è nelle conclusioni degli attaccanti: zero di Ibra e zero di Robinho. E' vero che il Milan di Allegri predilige gli inserimenti dalle retrovie ma a tutto c'è un limite, soprattutto se il pallone gravita quasi sempre vicino all'area avversaria. Per fortuna ci ha pensato Pato a puntare la porta, in un quarto d'ora ha preso un palo e si è fatto trovare altre due volte in zona-gol. Speriamo che gli infortuni non lo blocchino ancora, con Ibra in veste di rifinitore il Milan ha bisogno di qualcuno che cerchi il tiro senza pensarci due volte. Ho notato l'assenza di inserimenti di Thiago Silva, che avrebbe potuto creare sconquassi nella retrovia viola. Evidentemente le consegne sono rigide: il fuoriclasse brasiliano deve presidiare la sua area, ma quando c'è solo Gilardino oltre la metà campo due difensori possono bastare. Insomma, un buonissimo Milan fino all'area avversaria, da lì in poi molte giocate leziose e poca concretezza. A un certo punto ho chiamato l'ingresso di Pippo, vista la totale vocazione difensiva dei viola negli ultimi minuti avremmo potuto permettercelo. Un'ultima nota: se è vero che a gennaio il Milan cercherà un sostituto di Cassano, che certamente ritornerà ma che potrebbe avere quasi terminato la stagione, forse vale la pena di fare un pensierino a Kakà, prima che il Riccardino nostro vada in pensione anzitempo senza vedere il campo. A parte il fascino di un ritorno del genere, mi pare che nel Milan di Allegri un giocatore come lui, se è in condizioni fisiche adeguate, sia perfetto. Un centrocampo con Seedorf davanti alla difesa, Nocerino e Boateng al suo fianco e Kakà davanti a Ibra e Pato mi farebbe sognare. Kakà legge l'inserimento dalle retrovie come nessuno, e con Ibra il dialogo potrebbe fare la differenza vera contro qualunque squadra. Sempre che il nostro nei quasi tre anni di Madrid non abbia disimparato tutto quello che a Milano ha fatto a livelli stellari. Davanti il Milan è fortissimo ma ha almeno tre incognite: gli infortuni di Pato, i guai di Cassano e l'età di Inzaghi. Se il Milan può riportarlo a casa, lo faccia subito. Alegher, C.S.



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