sabato 15 ottobre 2011

Binho, l'arte del movimento

Non avrei scommesso un cent sul Milan di stasera, speravo e confidavo in una vittoria certo che sarebbe arrivata al prezzo pieno di stenti e patimenti.
Invece è arrivata una prestazione impeccabile che non ha lasciato scampo al Palermo, che pure è squadra temibile e veloce, con tutte le caratteristiche ideali per farci soffrire.
Non c'è mai stata partita, non ricordo un solo tiro nella specchio della porta di Abbiati. 
Il Milan avrebbe potuto vincere di goleada, se solo Ibrahimovic e Cassano fossero stati meno leziosi nelle conclusioni.
Ibra ha giocato un match da imperatore dell'assist, leggendo al meglio i movimenti della difesa rosanero, provocando sconquassi con alcune giocate di chirurgia raffinatissima.
Ma il vero asso nella manica è stato Robinho: dopo un quarto d'ora si era già capito che con lui la squadra ha un passo diverso. Corre molto e bene. 
E' un artista del movimento, capace di attaccare gli spazi, con e senza palla. 
E' ovunque, segna, sbaglia, si fa sempre trovare nel vivo del gioco. 
Difficilissimo da marcare, è il vero hatù del fronte d'attacco, quello che spariglia. 
Il suo movimento è la sostanza tattica del gioco d'attacco del Milan di Allegri, che è fondato sulla sorpresa e sugli inserimenti.
Con il suo ritorno e quello di Boateng, e l'inserimento di Aquilani e Nocerino in pianta più stabile (bravi entrambi, stasera), il Milan forse può ritrovare il filo del discorso. Un discorso che mi piaceva, molto vicino alla squadra vista stasera. Se riusciremo a giocare su certi ritmi facendo correre il pallone non ci sono molte squadre più forti. In Italia, nessuna, anche se la JuvePirlo quest'anno non ha voglia di scherzare. All'estero, due o tre al massimo, ma ce la possiamo giocare. Insomma, alegher... C.S.



Nessun commento:

Posta un commento