venerdì 9 settembre 2011

Milan - Lazio 2 - 2

Il Milan di stasera mi è parso molto vicino - ahimè - a quello un po' stremato, lungo e sfilacciato dell'ultimo Ancelotti. Onore e merito alla Lazio, che nelle zone alte darà molto fastidio. L'ingresso di Van Bommel al posto di Gattuso ha in parte raddrizzato la baracca, ma il deficit agonistico di alcuni giocatori (Nesta, Gattuso, Ambrosini) e un po' di confusione tattica hanno generato una prestazione intermittente. E' probabile che l'assenza di Seedorf abbia fatto pensare ad Allegri che fosse saggio alternare Ibrahimovic nel ruolo di trequartista, posizione che naturalmente di tanto in tanto ricopre. Ma stasera ha esagerato, non ricordo una partita in cui Ibrahimovic è entrato in area così poco, con l'eccezione del gol e di un altro paio di occasioni. A Reja non pareva vero. Ho la sensazione che Allegri dovrà ragionare presto e bene su un centrocampo senza Gattuso (ai laziali dico: a ridatece Brocchi!) e Ambrosini, che garantisca più corsa e cambio di passo; il Milan dell'anno scorso ha vinto perchè tre giocatori nuovi (Abate, Boateng e Robinho) hanno ricominciato a fare prassi di un verbo che qualche predecessore aveva dismesso dalla propria attività: correre. Stasera gli unici a mettere in campo gambe e polmoni sono stati Abate e Antonini, ma intorno a loro il clima era un po' museale, con l'eccezione di Cassano (!). Credo che Nocerino partirà titolare molto presto, e probabilmente anche Aquilani. Thiago Silva non ha mai lasciato Nesta da solo, povera stella, ma i suoi inserimenti a centrocampo - in una partita come questa - avrebbero potuto essere determinanti. Un'ultima nota sul quarto d'ora di Pato: per dieci minuti buoni non ha letteralmente visto la biglia. Poi la Barbara si è defilata per qualche istante dai suoi pensieri, ed è riuscito a toccarla due volte: la prima per omaggiarla - distrattamente devoto - al centrocampo della Lazio e la seconda per sparacchiare un tiro che poteva essere decisivo per i tre punti. Non giudico un quarto d'ora, sarebbe ingeneroso e sbagliato. Ma questo attaccante, che ha una media realizzativa da fuoriclasse, troppo spesso entra in campo come se fosse ancora tutto da dimostrare, col balbettio di un esordiente. Portiamoci a casa questo punto, che la Lazio è squadra ostica. Se non ci fosse la partita di Barcellona mi calerei nella condizione che gli anglosassoni chiamano "wait and see" con misurata fiducia, ma al Camp Nou ci si deve andare: se il Milan entra in campo con la determinazione di stasera rischia la goleada. C.S.



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