giovedì 29 settembre 2011

Ibra is back

La sua simpatia è inversamente proporzionale alla sua bravura. E’ vero, il Viktoria Plzen non è il Barcellona e nemmeno la Juve, ma la terra di Pavel Nedved esprime buon calcio e buoni calciatori per tradizione e ieri sera Zlatan ha dimostrato una volta di più le sue immense doti di fuoriclasse. E’ davvero il calciatore più atipico che mi sia mai capitato di vedere, capace di certe giocate solitamente destinate ad atleti più piccoli di 20 cm e col piede più corto di 7 numeri. Il suo limite è caratteriale: la tenuta nervosa non è stagna, ogni tanto perde la trebisonda e troppo spesso nei grandi match l’eccesso di tensione gli gioca contro. Dopodichè, nell’annata “fallimentare” di Barcellona ha messo 21 gol, che per essere la sua stagione peggiore non è poi così male… Ha vinto sette campionati consecutivi, dal 2004 a oggi, due con la Juve, tre con l’Inter, uno col Barcellona e uno col Milan. E con ogni maglia ha lasciato per strada alcuni gesti atletici e tecnici che puoi infilare comodamente in qualsiasi antologia. Ma ieri sera, al di là di Ibrahimovic, il Milan è finalmente tornato a giocare in velocità, facendo leva sulle doti tecniche di alcuni suoi giocatori. Un grande Seedorf (clonarlo, dice Allegri, e come dargli torto), il solito Thiago Silva (qui la classe invece è inversamente proporzionale al suo basso profilo), un ottimo Cassano, che pare proprio avere ritrovato la condizione fisica per giocare 90’ senza andare in sofferenza. Insomma, se dimentichiamo i soliti dieci minuti in cui misteriosamente la squadra arretra, implodendo nella propria area senza ragione, ho visto un Milan tonico e tosto. Con il rientro di Robinho e Boateng la palla viaggerà più veloce tra centrocampo e attacco, e anche la difesa ne beneficerà. Intanto due vittorie senza prendere gol sono un buon segnale, forse la rotta iniziale è invertita. E si va a Torino con il morale alto... Alegher, C.S.



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